ALCUNI INDICATORI METABOLICI AIUTEREBBERO IL MEDICO NELL'IDENTIFICAZIONE DELL'INSULINO-RESISTENZA IN SOGGETTI IN SOVRAPPESO O OBESI


USE OF METABOLIC MARKERS TO IDENTIFY OVERWEIGHT INDIVIDUALS WHO ARE INSULIN RESISTANT
McLaughlin T, Abbasi F, Cheal K et al.
Ann Intern Med 2003; 139:802-809

La resistenza insulinica è più frequente nei soggetti in sovrappeso ed è associata ad un aumento del rischio di malattie cardiovascolari e di diabete mellito di tipo 2. Considerando l'aumento epidemico dell'obesità e il fatto che interventi sullo stile di vita, quali il controllo del peso e l'esercizio fisico, diminuiscono la insulino-resistenza, potrebbe avere rilevanza clinica l'utilizzo di un mezzo semplice per identificare i soggetti in soprappeso che sono insulino-resistenti.
A questo scopo è stato disegnato uno studio cross-sezionale per valutare la capacità di marker metabolici associati all'insulino-resistenza e ad un aumentato rischio di sviluppare malattie cardiovascolari di identificare tra i soggetti con eccesso ponderale quelli insulino-resistenti.
Sono stati arruolati 258 volontari non diabetici, normotesi ed in soprappeso (indice di massa corporea [IMC]>25) nei quali sono stati determinati i seguenti parametri: IMC, concentrazioni di glucosio a digiuno, insulina, lipidi e lipoproteine, disponibilità di glucosio insulino-mediata, quantificata mediante i livelli di glicemia allo steady-state durante il test di soppressione dell'insulina. L'insulino-resistenza veniva definita come appartenenza al terzile più alto della glicemia allo steady-state. E' stata utilizzata l'analisi delle curve ROC (receiving-operating characteristic) per identificare i marker migliori di insulino-resistenza; sono stati definiti i valori soglia e analizzati per il potere predittivo.
La concentrazione di trigliceridi (TG), il rapporto TG/colesterolo HDL, e la concentrazione di insulina sono risultati i marker metabolici più utili nell'identificazione dell'insulino-resistenza. I cut-off ottimali sono stati fissati a 130 mg/dL per i TG, 3,0 per il rapporto TG/HDL e 109 pmol/L per l'insulina.
Le rispettive sensibilità e specificità per questi cut-off erano 67%, 64% e 57% e 71%, 68% ed 85%. La loro efficacia nell'identificare i soggetti insulino-resistenti era simile alla capacità dei criteri proposti dalle linee guida ATP-III di diagnosticare la sindrome metabolica (sensibilità 52%, specificità 85%).
Considerando che più di metà della popolazione americana è in sovrappeso o obesa e che ciò comporta un problema medico di enorme portata, i risultati di questo studio suggeriscono che approssimativamente il 50% di questi soggetti hanno una insulino-resistenza clinicamente rilevante. La capacità di identificare questi ultimi soggetti potrebbe aiutare i professionisti sanitari nell'avere più successo con le strategie di intervento sullo stile di vita, focalizzando l'attenzione su un numero minore di individui che sono a rischio maggiore di malattie cardiovascolari. Il modello proposto è molto semplice ed è basato sulla determinazione delle modificazioni del quadro lipidico.