PLASMA
OXIDIZED LOW-DENSITY LIPOPROTEIN, A STRONG PREDICTOR FOR ACUTE CORONARY
HEART DISEASE EVENTS IN APPARENTLY HEALTHY, MIDDLE-AGED MEN FROM THE GENERAL
POPULATION.
Meisinger C, Baumert J, Khuseyinova N, et al.
Circulation 2005; Early online edition
Un gruppo di scienziati ha affermato che il colesterolo LDL ossidato (oxLDL)
è un marker promettente di malattia coronarica (CHD) negli individui
sani e che è necessario condurre ulteriori studi sul valore predittivo
delle lipoproteine.
E' stato dimostrato che oxLDL sono coinvolte nelle fasi precoci ma già
critiche dell'aterogenesi, così come del danno endoteliale, dell'espressione
delle molecole di adesione, del reclutamento e della ritenzione dei leucociti,
nella formazione di cellule schiumose e di trombi.
Per meglio capire le relazioni tra oxLDL e rischio di eventi CHD acuti,
è stato condotto uno studio prospettico, con disegno nested
caso-controllo su uomini sani di mezza età senza CHD o diabete
che avevano preso parte allo studio MONICA (World Health Organisation's
Monitoring of Trends and Determinants in Cardiovascular Disease).
Dopo un periodo di follow-up di 5,6 anni, 88 uomini avevano avuto un evento
coronarico acuto (casi). Ognuno di questi era stato appaiato per età
a tre individui che non avevano avuto esperienza di questi eventi (controlli).
Le concentrazioni di oxLDL risultavano significativamente più alte
nei casi (110 ±32 U/L) rispetto ai controlli (93±28 U/L;
p=0,001).
Dopo aggiustamento per fattori confondenti come fumo, obesità,
attività fisica e consumo di alcol, le oxLDL rappresentavano il
predittore più efficace di rischio per eventi CHD.
In
un'analisi secondaria di 81 casi di CHD e 239 controlli, è stato
dimostrato che i livelli di proteina C-reattiva (PCR) erano un predittore
efficace di CHD, con un hazard ratio di 2,64.
Quando oxLDL e PCR venivano valutati contemporaneamente, rimanevano predittori
efficaci di futuri eventi CHD, anche dopo aggiustamenti ulteriori.
Le determinazioni delle oxLDL, in aggiunta ai fattori di rischio classici,
può migliorare la valutazione del rischio di complicazioni aterosclerotiche
delle CHD.
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