Mentre
non è ancora ben determinata l'associazione tra adiponectina e
malattia coronarica, è invece supportato da numerose evidenze il
ruolo di adiponectina come predittore e marker di sindrome metabolica
sia negli adulti che in bambini e adolescenti obesi.
L'adiponectina è una delle proteine (adipocitochine) espresse
dagli adipociti che agiscono nel controllo omeostatico del metabolismo
energetico, del glucosio e dei lipidi.
Nell'obesità, nelle malattie cardiovascolari (come angina ed infarto
miocardico) e nel diabete di tipo 2 è stato riscontrato un livello
ematico di adiponectina più basso. In particolare, si è
visto che la diminuzione di questa proteina sembra correlata all'insulino-resistenza.
E' stata formulata l'ipotesi che l'adiponectina, sostanza ad azione anti-infiammatoria,
possa essere uno dei fattori protettivi verso la malattia cardiovascolare
e che bassi livelli di adiponectina potrebbero essere considerati un fattore
di rischio per tale complicanza.
ASSOCIATION OF ADIPONECTIN WITH CORONARY HEART DISEASE AND MORTALITY
Laughlin GA, Barrett-Connor E, May S, Langenberg C
Am J Epidemiol, pubblicato on line il 13 novembre 2006
Bassi livelli di adiponectina sono implicati nello sviluppo di
condizioni correlate all'obesità, incluse dislipidemia e patologie
coronariche.
In uno studio americano è stata esaminata l'associazione tra adiponectina
e prevalenza, incidenza e mortalità CHD in 1513 residenti in comunità,
ambosessi, di età compresa tra 50 e 91 anni, seguiti dal 1984-1987
fino al 2004.
In analisi cross-sectional, le concentrazioni di adiponectina erano correlate
positivamente al sesso femminile, all'età ed ai livelli di colesterolo
HDL e inversamente correlate alla circonferenza vita, ai livelli di trigliceridi
e ai livelli plasmatici di glucosio a digiuno (tutti i p<0,001). I
livelli di adiponectina nel quintile sesso-specifico più alto,
se confrontati con il più basso, erano associati ad una riduzione
del 44% degli odds di CHD prevalente (p per il trend=0,03); le correzioni
per il colesterolo HDL o per i trigliceridi eliminavano l'associazione.
In analisi prospettiche a 20 anni, alte concentrazioni di adiponectina
predicevano un rischio ridotto di infarto del miocardio non fatale nei
soli maschi; in entrambi i sessi l'adiponectina non era associata ad un'incidenza
di eventi CHD fatali o ad una mortalità CHD a 20 anni (n=215 morti).
I livelli di adiponectina nel quintile sesso-specifico più alto,
confrontato con i livelli più bassi, erano associati ad un aumento
di almeno il 40% del rischio di morte per CVD (n=441) e di morte per tutte
le cause (n=952), indipendentemente dall'età, dal sesso, dalla
circonferenza vita, dai livelli lipidici e dalla glicemia (entrambi i
p<0,001).
Questi
risultati suggeriscono che l'uso dell'adiponectina per la stratificazione
del rischio di CVD è prematuro.
ADIPONECTIN IS A CANDIDATE MARKER OF METABOLIC SYNDROME IN OBESE CHILDREN
AND ADOLESCENTS
Gilardini L, McTernan P, Girola A, et al.
Atherosclerosis 2006; 189:401-7
L'obiettivo di questo studio era il confronto tra alcuni biomarker usati
per identificare l'obesità nei bambini e negli adolescenti e l'aumento
del rischio metabolico.
162 bambini e adolescenti obesi di razza caucasica (41% maschi, 9-18 anni)
in terapia presso l'Istituto Auxologico Italiano tra il 2003 e il 2004
sono stati sottoposti ad un test orale per l'intolleranza al glucosio.
Sono stati misurati i livelli circolanti di adiponectina (AD), inibitore
dell'attivatore del plasminogeno (PAI-1), interluchina 18 (IL-18), proteina
c-reattiva (PCR), fibrinogeno, acido urico, lipidi e insulina.
Il 25% dei bambini obesi è risultato affetto da sindrome metabolica
(SM), definita secondo i criteri specifici per i bambini dell'Organizzazione
Mondiale della Sanità. I soggetti con SM avevano livelli di AD
significativamente bassi (p<0,01) e alti livelli di log-PAI-1 (p<0,001),
acido urico (p<0,0001), e IL-18 (p<0,001). I soggetti con livelli
di AD <= al valore mediano avevano un aumento significativo del rischio
di SM (p<0,0001), così come i soggetti con livelli di acido
urico e di PAI-1 al di sopra della mediana. Non si evidenziava aumento
del rischio con IL-18, PCR, o fibrinogeno elevati. Bassi livelli di adiponectina
erano indipendentemente associati al rischio di SM (p<0,0001).
In conclusione, in bambini e adolescenti obesi l'adiponectina è
il miglior predittore di SM e, di conseguenza, di rischio cardiovascolare.
DO
LOW LEVELS OF CIRCULATING ADIPONECTIN REPRESENT A BIOMARKER OR JUST ANOTHER
RISK FACTOR FOR THE METABOLIC SYNDROME?
Brooks NL, Moore KS, Clark RD, et al.
Diabetes, Obesity and Metabolism, pubblicato on line il 20 aprile 2006
La sindrome metabolica è attualmente determinata da varie combinazioni
di insulino-resistenza, obesità, dislipidemia e ipertensione. La
tendenza di questi fattori di rischio ad apparire simultaneamente suggerisce
l'esistenza di una singola base eziologica. Un basso livello di adiponectina
circolante è associato alla comparsa di ciascuno dei fattori di
rischio della sindrome metabolica.
Questa review riassume un gran numero di evidenze su come un basso livello
di adiponectina circolante rappresenti un fattore di rischio indipendente
e un possibile biomarker per la sindrome metabolica. Un'associazione tra
sindrome metabolica e bassi livelli di adiponectina supporta l'idea che
lo sviluppo della sindrome metabolica possa essere provocato da un singole
meccanismo.
Studi clinici futuri potrebbero mostrare che bassi livelli di adiponectina
circolante costituiscono, per uno specifico gruppo di fattori di rischio
per la sindrome metabolica, un biomarker primario migliore di tutte le
possibili combinazioni di fattori di rischio correntemente usati per identificare
tale condizione. La significatività di bassi livelli di adiponectina
nei modelli di valutazione del rischio dovrebbe essere confrontata con
insulino-resistenza, obesità, dislipidemia, ipertensione e gli
altri fattori di rischio per la sindrome metabolica attualmente considerati.
L'adiponectina può essere misurata in modo attendibile nella pratica
clinica; i valori di adiponectina circolante non variano nei diversi momenti
della giornata quanto l'insulina, il glucosio, i trigliceridi o il colesterolo
e per la misurazione sono sufficienti solo 2-4 µL di sangue.
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