Tre diversi studi hanno valutato la capacità della misurazione
del calcio coronarico nel predire eventi cardiovascolari e mortalità
in popolazioni di varie fasce d'età e diverse condizioni cliniche. CORONARY ARTERY CALCIFICATION COMPARED WITH CAROTID INTIMA-MEDIA THICKNESS IN THE PREDICTION OF CARDIOVASCULAR DISEASE INCIDENCE: THE MULTI-ETHNIC STUDY OF ATHEROSCLEROSIS Folsom AR, Kronmal RA, Detrano RC, et al. Arch Intern Med 2008; 168:1333-1339 RIASSUNTO CONTESTO Il calcio coronarico (coronary artery calcium, CAC) e l'ispessimento dell'intima-media carotidea (carotid intima-media thickness, IMT) sono misurazioni non invasive di aterosclerosi, che i consensus panel raccomandano di aggiungere, quando possibile, alla valutazione dei fattori di rischio per predire la probabilità di occorrenza di malattie cardiovascolari. Obiettivo di questo studio era valutare quale tra IMT o CAC (misurato con l'Agatston score) fosse il miglior predittore di incidenza di CVD. METODI E' stato condotto uno studio di coorte prospettico su soggetti dai 45 agli 84 anni di età in 4 gruppi etnici, inizialmente senza CVD (n=6698), con misurazioni standardizzate di IMT e CAC al basale, in 6 centri del Multi-Ethnic Study of Atherosclerosis (MESA). L'end point primario era il rischio di eventi CV incidenti (malattie coronariche, ictus e CVD fatali) in un massimo di 5,3 anni di follow-up. RISULTATI Si sono verificati 222 eventi CV durante il follow-up. Il CAC mostrava un'associazione più forte dell'IMT carotideo con il rischio di CVD incidenti. Dopo aggiustamento reciproco (CAC score e IMT) e per i tradizionali fattori di rischio CV, l'hazard ratio di CVD aumentava di 2,1 volte (IC al 95% 1,8-2,5) per ogni incremento di una unità di deviazione standard (DS) della trasformata logaritmica del CAC score, vs 1,3 volte (1,1-1,4) per ogni incremento di una unità di DS dell'IMT massimo. Per le malattie coronariche, gli hazard ratio per per ogni incremento di una unità di DS aumentava di 2,5 volte (2,1-3,1) per il CAC score e 1,2 volte (1,0-1,4) per l'IMT. L'analisi della curva ROC (*) ha inoltre suggerito che il CAC score può essere un miglior predittore di CVD incidenti rispetto all'IMT, con un'area sotto la curva di 0,81 (CAC score) vs 0,78 (IMT). CONCLUSIONE Sebbene l'utilità e la modalità dell'uso clinico dei test di bioimaging di aterosclerosi subclinica rimangano argomento di dibattito, questo studio ha osservato che il CAC score è un miglior predittore di eventi CVD in confronto all'IMT carotideo. Gli autori hanno proposto che l'abilità lievemente superiore di IMT nel predire l'ictus e quella decisamente più efficace del CAC score nel predire CHD rappresentano diversi aspetti del quadro vascolare analizzato con i due test. Questo fatto deve essere tenuto in considerazione dai medici: ad esempio, l'IMT può essere una miglior scelta nelle famiglie con una storia di ictus. Hazard ratio relativi all' incremento di una unità di deviazione standard dell'IMT carotideo massimo o del CAC score
CORONARY ARTERY CALCIUM TO PREDICT ALL-CAUSE MORTALITY IN ELDERLY MEN AND WOMEN Raggi P, Gongora MC, Gopal A, et al. J Am Coll Cardiol 2008; 52:17-23 RIASSUNTO OBIETTIVI Si è voluto studiare l'utilità prognostica del calcio coronarico (coronary artery calcium, CAC) nella vecchiaia. CONTESTO Il significato prognostico del CAC nei soggetti anziani non è ben conosciuto. I metodi di valutazione del rischio attualmente utilizzati sono fortemente influenzati dall'età come marker surrogato di aterosclerosi, ma nonostante la progressione del danno col passare degli anni, esiste una sostanziale eterogeneità tra adulti della stessa età. METODI E' stata valutata la mortalità per tutte le cause in 35.388 soggetti (3.570 avevano più di 70 anni al momento dell'indagine e le donne erano il 50%) dopo un follow-up medio di 5,8±3 anni. RISULTATI Negli anziani, i fattori di rischio e il CAC erano maggiormente prevalenti. La sopravvivenza complessiva era del 97,9% alla fine del follow-up. La mortalità aumentava per ogni decile di età con un rischio relativo di 1,09 (IC al 95% 1,08-1,10; p<0,0001), ed i tassi erano maggiori per gli uomini che per le donne (Hazard ratio [HR] 1,53; IC al 95% 1,32-1,77; p<0,0001). L'aumento del CAC score era associato alla riduzione della sopravvivenza in tutte le dacadi di età (p<0,0001). La sopravvivenza per i soggetti <40 anni e >=80 anni con un CAC score >=400 era pari all'88% e al 19% (95% e 44% per le donne; p<0,0001), rispettivamente. Tra i 20.562 pazienti senza CAC, i tassi di mortalità annuale variavano dallo 0,3% al 2,2% per i soggetti tra 10-49 anni o >=70 anni (p<0,0001). L'uso di CAC consentiva di riclassificare più del 40% degli ultrasettantenni, più spesso escludendo il rischio (cioè CAC <400) nei soggetti con più di tre fattori di rischio. CONCLUSIONI Nonostante la limitata aspettativa di vita, l'uso di CAC discrimina il rischio di mortalità tra gli anziani. Inoltre, consente ai medici di ridefinire il rischio nelle fasce di età più alte. Hazard ratio di mortalità (IC al 95%) aggiustati per il rischio secondo il CAC score in modelli multivariati separati all'interno di ogni decade di età (^)
(^)
CAC score da 0-10 = riferimento (1) per l'hazard ratio
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