POLIMORFISMO
DEL GENE DI ACE E RISCHIO DI SUICIDIO
Gli uomini che hanno un allele ACE associato ad una bassa attività
enzimatica possono essere maggiormente a rischio di tentativi di suicidio,
ed in particolare di gettarsi da grandi altezze. Questo gruppo di pazienti
potrebbe risultare ancora più a rischio se assume farmaci che riducono
l'attività ACE, come gli ACE-inibitori o i bloccanti dei recettori
per l'angiotensina. Questo studio sui genotipi ACE ha osservato una maggior
frequenza dell'allele ACEI tra i maschi vittime di suicidio. È
comunque necessaria cautela nel trarre conclusioni da questi dati: le
basi epidemiologiche del ruolo dei bloccanti dei recettori per l'angiotensina
come fattore di rischio di suicidio sono molto deboli, e dato che si tratta
di farmaci che apportano molti benefici comprovati a diversi pazienti,
non sarebbe saggio raccomandarne la sospensione fino alla disponibilità
di ulteriori dati. La sola situazione in cui sarebbe opportuno prendere
in considerazione l'ipotesi potrebbe essere un uomo con anamnesi di depressione
che ha tentato seriamente il suicidio, ma anche in questo caso l'opzione
migliore sarebbe ricorrere ad un farmaco che non attraversi la barriera
ematoencefalica.
[ANGIOTENSIN-CONVERTING ENZYME POLYMORPHISM AND COMPLETED SUICIDE:
AN ASSOCIATION IN CAUCASIANS AND EVIDENCE FOR A LINK WITH A METHOD OF
SELF-INJURY. Neuropsychobiology 2009; 59:151-8]
ABSTRACT
IN INGLESE
ANTI-ACIDI
E RISCHIO DI POLMONITE CONTRATTA IN OSPEDALE
L'uso di inibitori di pompa è correlato a un aumento del 30%
del rischio di polmonite contratta in ambiente ospedaliero. La coorte
in studio consisteva di tutti i pazienti ospedalizzati in un centro medico
di Boston da gennaio 2004 a dicembre 2007, di almeno 18 anni, ricoverati
per non meno di 3 giorni ma non ammessi al reparto di terapia intensiva.
Su 63.878 ricoveri sono stati registrati 2219 casi di polmonite (3,5%).
In più di metà delle ospedalizzazioni (52%) è stato
rilevato l'utilizzo di antiacidi; la maggior parte di questi farmaci (89%)
erano stati prescritti entro 48 ore dall'ammissione. Rispetto a pazienti
non esposti a soppressori della secrezione acida, i soggetti esposti mostravano
una maggior incidenza di polmonite (odds ratio 2,6). L'associazione era
significativa per gli inibitori di pompa, ma non per gli antagonisti del
recettore 2 dell'istamina.
[ACID-SUPPRESSIVE MEDICATION USE AND THE RISK FOR HOSPITAL-ACQUIRED
PNEUMONIA. JAMA. 2009;301:2120-2128]
ABSTRACT
IN INGLESE
USO PERSISTENTE
DI BETA-BLOCCANTI E ACE-INIBITORI E MORTALITÀ IN PAZIENTI CON DISFUNZIONE
VENTRICOLARE SISTOLICA O CORONAROPATIA
Beta-bloccanti, ACE-inibitori e sartani sono farmaci per il trattamento
dell'insufficienza cardiaca, ma non sono molte le informazioni circa i
benefici di una terapia continuativa e la reale efficacia clinica. L'uso
a lungo termine di questi farmaci è stato studiato in soggetti
con disfunzione ventricolare sistolica sinistra o coronaropatia. Su 3187
utilizzatori di beta-bloccanti, solo il 42,0% mostrava un uso persistente;
il rischio di morte era significativamente più basso per questi
soggetti, rispetto ai non utilizzatori, ma i risultati per ACE-inibitori
e sartani non erano significativi.
[ASSOCIATION BETWEEN MORTALITY AND PERSISTENT USE OF BETA BLOCKERS
AND ANGIOTENSIN-CONVERTING ENZYME INHIBITORS IN PATIENTS WITH LEFT VENTRICULAR
SYSTOLIC DYSFUNCTION AND CORONARY ARTERY DISEASE. Am J Cardiol. 2009;
103:1518-24]
ABSTRACT
IN INGLESE
TREND
DEI FATTORI DI RISCHIO CARDIOVASCOLARI IN CANADA
I ricercatori dell'Institute for Clinical Evaluative Sciences di Toronto
hanno esaminato i trend di prevalenza di cardiopatie, ipertensione, diabete,
obesità e fumo tra il 1994 e il 2005. I tassi sono aumentati per
tutti i fattori di rischio. Tuttavia, il numero di morti per cause cardiovascolari
(infarto, ictus, insufficienza cardiaca) a livello nazionale è
diminuito del 30%. Uno dei motivi è stato il declino del 38% delle
morti per infarto, ma anche le morti per ictus e insufficienza cardiaca
sono scese, rispettivamente del 28% e del 23%. I risultati si spiegano
sia con le cure migliori a disposizione, sia con la prevenzione: in Canada
è diminuito il numero di fumatori rispetto a dieci anni fa e le
persone tengono sotto controllo la pressione alta e il colesterolo alto
molto meglio che un decennio fa. Al tempo stesso, l'uso tempestivo dell'angioplastica
e i nuovi farmaci anticoagulanti hanno salvato molte vite. Tuttavia, le
malattie cardiovascolari restano la prima causa di ricoveri e morte in
Canada, e la mortalità tra le donne continua a salire.
[TRENDS IN RISK FACTORS FOR CARDIOVASCULAR DISEASE IN CANADA: TEMPORAL,
SOCIO-DEMOGRAPHIC AND GEOGRAPHIC FACTORS. CMAJ, pubblicato on line il
20 luglio 200]
ABSTRACT
IN INGLESE
STILE
DI VITA, IPERTENSIONE E DURATA DELLA VITA
I soggetti che seguono una dieta corretta, fanno regolare esercizio
fisico e mantengono il peso corporeo nel range di normalità possono
ridurre significativamente il rischio di sviluppare insufficienza cardiaca
o ipertensione, secondo due studi pubblicati recentemente su JAMA. Il
primo ha osservato gli effetti sull'ipertensione di un corretto stile
di vita tra oltre 83.000 donne, evidenziando una riduzione del rischio
pari all'80%; il secondo ha studiato l'insorgenza di insufficienza cardiaca
in 20.900 uomini. L'editoriale di accompagnamento sottolinea come appropriate
abitudini di vita, e quindi le politiche sanitarie volte a promuoverle,
siano importanti nel controllo del profilo di rischio cardiovascolare.
[DIET AND LIFESTYLE RISK FACTORS ASSOCIATED WITH INCIDENT HYPERTENSION
IN WOMEN. JAMA 2009; 302:401-411]; [RELATION BETWEEN MODIFIABLE LIFESTYLE
FACTORS AND LIFETIME RISK OF HEART FAILURE. JAMA 2009; 302:394-400]; [LIFESTYLE
AND CARDIOVASCULAR HEALTH INDIVIDUAL AND SOCIETAL CHOICES. JAMA 2009;
302:437-439]
ABSTRACT
1, ABSTRACT
2 E ABSTRACT
3 IN INGLESE
LIPOPROTEINA
A E RISCHIO DI CVD
Una nuova analisi aggregata di 36 studi prospettici mostra un'associazione
continua tra le concentrazioni nel sangue di lipoproteina a e il rischio
di infarto miocardico e ictus. Questa associazione è indipendente
dall'influenza di altri fattori di rischio noti, in particolare dal colesterolo
LDL. Questi risultati derivano dall'analisi di dati relativi a 126.634
soggetti, in merito a concentrazioni di Lp(a), morbilità cardiovascolare
e mortalità per tutte le cause o causa-specifica. Le conclusioni
sostengono la necessità di studi specifici, in cui la misurazione
dei livelli di Lp(a) venga fatta con moderne tecnologie. Un secondo studio
evidenzia anche l'importanza delle frazioni apolipoproteiche nella definizione
del rischio cardiovascolare.
[LIPOPROTEIN (A) CONCENTRATION AND THE RISK OF CORONARY HEART DISEASE,
STROKE AND NONVASCULAR MORTALITY. JAMA 2009; 302:412-423]; [THE JOINT
EFFECTS OF APOLIPOPROTEIN B, APOLIPOPROTEIN A1, LDL CHOLESTEROL, AND HDL
CHOLESTEROL ON RISK: 3510 CASES OF ACUTE MYOCARDIAL INFARCTION AND 9805
CONTROLS. Eur Heart J, pubblicato on line l'11 giugno 2009]
ABSTRACT
1 E ABSTRACT
2 IN INGLESE
ADIPONECTINA
E RISCHIO DI DIABETE
L'associazione tra obesità e rischio di diabete di tipo 2
può essere in parte mediata da un'alterata secrezione di adipochine
da parte del tessuto adiposo: il grasso corporeo riduce la secrezione
di adiponectina, un'adipiochina con proprietà antinfiammatorie
e insulino-sensibilizzanti. I risultati di questa metanalisi di 13 studi
prospettici (in totale, 14.598 partecipanti e 2623 casi incidenti di diabete)
mostrano che il rischio relativo di diabete era 0,72 per ogni incremento
di 1-log microg/mL nei livelli di adiponectina. questa associazione era
presente tra campioni europei, asiatici, indo-asiatici, afro-americani
e nativi americani e non variavano per metodo di misurazione dell'adiponectina
o di diagnosi di diabete, né per durata del follow-up o percentuale
di presenza femminile nella coorte.
[ADIPONECTIN LEVELS AND RISK OF TYPE 2 DIABETES: A SYSTEMATIC REVIEW
AND META-ANALYSIS. JAMA 2009; 302:179-88]
ABSTRACT
IN INGLESE
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