CARDIOVASCULAR
DRUGS AND SERUM URIC ACID
Reyes AJ
Fonte: Cardiovascular Drugs and Therapy n°17
L'acido urico (AU) è il prodotto finale del catabolismo delle purine
e viene escreto principalmente dai reni quando la funzionalità
renale non risulta compromessa. Di conseguenza il suo livello serico aumenta
in base all'apporto di purine e varia in modo contrario rispetto all'uricosuria,
la quale diminuisce in risposta al basso apporto di sodio e viceversa.
Per quanto la dieta non sia normalmente controllata negli studi in cui
si vogliono valutare gli effetti dei farmaci sui livelli plasmatici di
AU, la maggior parte dei dati disponibili vanno in realtà considerati
con una certa cautela. I diuretici classici ne innalzano le concentrazioni
plasmatiche nei soggetti sani, negli ipertesi e nei pazienti con insufficienza
cardiaca, apparentemente aumentandone il riassorbimento a livello del
tubulo prossimale del neurone. Questo effetto, che compare quasi subito
dopo l'inizio del trattamento e che rimane per tutta la durata della terapia,
inizia a basse dosi (ad esempio con 12,5 mg di idroclorotiazide o con
1,25 mg di benzofluazide una volta al giorno in soggetti con ipertensione
senza complicazioni) ed aumenta in modo dose-dipendente. Anche i farmaci
beta-bloccanti tendono ad aumentare i livelli serici di AU; gli inibitori
dell'enzima di conversione dell'angiotensina (ACE-inibitori) captopril,
enalapril e ramipril innalzano leggermente l'uricosuria, soprattutto riducendo
il riassorbimento di acido urico a livello del tubulo prossimale. Questi
tre farmaci, insieme a lisinopril, possono quindi attenuare l'aumento
dei valori serici di AU provocato dai diuretici nei soggetti ipertesi,
quando usati in dosi sufficientemente alte in relazione alla dose di diuretico
assunto. Il losartan, antagonista del recettore dell'angiotensina II,
aumenta anch'esso l'uricosuria e di conseguenza diminuisce i livelli di
AU.
Le implicazioni cardiovascolari dell'effetto dei farmaci sull'acido urico
sono ancora solo ipotesi piuttosto controverse. L'acido urico può
avere la funzione di scavenger di vari radicali liberi e quindi essere
in grado di ridurre lo stress ossidativo che sembra contribuisca allo
sviluppo e/o alla progressione di diverse condizioni patologiche cardiovascolari,
incluse ipertensione, aterosclerosi e insufficienza cardiaca.
Di conseguenza, si può ipotizzare che un aumento dei livelli serici
di AU indotto dai diuretici possa contribuire all'azione favorevole di
questi farmaci sulla prognosi cardiovascolare. Al contrario si potrebbe
anche pensare che tale aumento risulti dannoso, in base ad una vecchia
ipotesi, sostenuta dai risultati di studi epidemiologici, secondo cui
l'acido urico rappresenterebbe un fattore di rischio cardiovascolare.
Dati certi sulle complicanze cardiovascolari legate agli effetti dei farmaci
sulle concentrazioni seriche di acido urico non ci sono ancora e da ciò
deriva la necessità di una ricerca di base più approfondita.
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