MATERNAL
EXPOSURE TO FOLIC ACID ANTAGONISTS AND PLACENTA-MEDIATED ADVERSE PREGNANCY
OUTCOMES
Wen SW, Zhou J, Yang Q, et al.
CMAJ 2008; 179:1263-1268
In questo studio non randomizzato si evidenzia una associazione tra l'uso
di antagonisti dell'acido folico in gravidanza e esiti sfavorevoli della
gravidanza stessa, come preeclampsia, distacco placentare, riduzione della
crescita fetale e morte fetale. Nonostante i limiti e le critiche di scarsa
validità metodologica mosse a questo studio, i risultati emersi
sono coerenti con evidenze precedenti.
RIASSUNTO
CONTESTO In precedenti studi, l'esposizione delle donne in gravidanza
ad antagonisti dell'acido folico è stata associata ad un aumento
di rischio nel feto di difetti del tubo neurale, difetti cardiovascolari,
schisi orale e difetti del tratto urinario. L'obiettivo del presente studio
era di valutare i possibili effetti dell'uso in gravidanza di antagonisti
dell'acido folico sugli esiti sfavorevoli della gravidanza mediati dalla
placenta.
METODI Sono stati comparati dati ottenuti da un database amministrativo
per valutare retrospettivamente l'occorrenza di esiti sfavorevoli della
gravidanza mediati dalla placenta fra donne gravide esposte ad antagonisti
dell'acido folico e donne non esposte.
RISULTATI Nell'analisi sono state incluse complessivamente 14.982
donne esposte ad antagonisti dell'acido folico e 59.825 donne non esposte.
Sulfametossazolo-trimetoprim era l'inibitore della diidrofolato-reduttasi
più frequentemente prescritto (12.546 esposizioni durante il periodo
pre-concepimento e tutti i tre trimestri); tra gli altri antagonisti dell'acido
folico, il fenobarbital era il più frequentemente usato. I rischi
di preeclampsia (adjusted odds ratio [OR] 1,52; IC al 95% 1,39-1,66),
preeclampsia severa (OR 1,77; 1,38-2,28), distacco della placenta (OR
1,32; 1,12-1,57), riduzione della crescita fetale definita come inferiore
al decimo percentile (OR 1,07; 1,01-1,13), riduzione della crescita fetale
definita come inferiore al terzo percentile (OR 1,22; 1,11-1,34) e morte
fetale (OR 1,35; 1,07-1,70) erano maggiori fra le donne esposte ad antagonisti
dell'acido folico.
In generale, i rischi associati all'esposizione ad altri antagonisti dell'acido
folico erano più alti rispetto a quelli associati ad esposizione
ad inibitori della diidrofolato-reduttasi. Analisi supplementari utilizzando
l'approccio del propensity score matching, restringendo l'analisi a donne
esposte durante il primo e secondo trimestre e restringendo l'analisi
a specifiche categorie di antagonisti dell'acido folico, hanno fornito
risultati simili.
|