IPONATRIEMIA, RABDOMIOLISI ED ENCEFALOPATIA ASSOCIATE A IDROCLOROTIAZIDE E TÈ



HYPONATREMIA, RHABDOMYOLYSIS AND ENCEPHALOPATHY AFTER TAKING HYDROCHLOROTHIAZIDE AND DRINKING TEA
Fritzsch J, Eckrich K
Dtsch Med Wochenschr 2009; 134:683-5



RIASSUNTO
DATI CLINICI E ANAMNESTICI Una donna di 45 anni presentava debolezza muscolare, agitazione e visione offuscata. La paziente aveva assunto una dose giornaliera di 25 mg di idroclorotiazide e il giorno del ricovero aveva bevuto 7 litri di tè.
INDAGINI ED ESITI CLINICI I dati di laboratorio hanno mostrato severa iponatriemia (108 mmol/L; intervallo di riferimento 136-152 mmol/L), riduzione di potassio, del tasso di filtrazione glomerulare e dell'osmolarità di plasma e urina (minore per urina rispetto al plasma). I livelli di creatina kinasi e di mioglobina erano cento volte più alti della norma. Le analisi effettuate sul cervello, mediante scansione tomografica, non avevano rilevato alcun problema.
TRATTAMENTO E DECORSO L'iponatriemia normovolemica ha causato encefalopatia e rabdomiolisi che hanno anche indotto una temporanea alterazione della funzionalità renale. Nonostante l'immediata infusione di una soluzione standard di sodio per elevare i livelli circolanti l'encefalopatia inizialmente è peggiorata per poi risolversi completamente.
CONCLUSIONI I pazienti con severa encefalopatia iponatriemica richiedono un immediato trattamento, ma i livelli di sodio non dovrebbero essere elevati a più di 10 mmol/L al giorno, per evitare mielinolisi pontine spontanee. Anche quando l'iponatriemia è corretta con cura può accadere che l'encefalopatia peggiori nel corso del trattamento.