RIASSUNTO
SCOPO Descrivere un caso di probabile epatotossicità indotta
da enoxaparina.
SOMMARIO Una donna di 29 anni era in cura da uno pneumologo per
una tosse secca, persistente non alleviata da farmaci inalatori ad azione
rapida o sedativi narcotici. Il medico di famiglia della paziente aveva
inizialmente diagnosticato una pertosse e prescritto un breve ciclo di
azitromicina e corticosteroidi, che però non aveva alleviato i
sintomi. Una angiografia mediante tomografia computerizzata aveva rilevato
embolia polmonare multipla bilaterale con una presenza moderata di coaguli,
che ha determinato l'ospedalizzazione della paziente. Inizialmente si
pensò che l'embolia polmonare fosse correlata all'assunzione di
contraccettivi orali, che vennero prontamente sospesi al momento del ricovero.
Venne iniziata quindi una terapia anticoagulante con enoxaparina e warfarin
per via orale. A partire dal secondo giorno di terapia la paziente lamentò
nausea e vomito. Le procedura diagnostiche non rilevarono alcuna anormalità
epatica, renale, splenica o pancreatica. I risultati dei test di laboratorio
riportarono livelli elevati di enzimi epatici, compresa alanina-transaminasi
(ALT) e aspartato-transaminasi (AST). I test per l'epatite A, B e C erano
negativi.
La terapia con enoxaparina venne sospesa e mantenuta il solo trattamento
con warfarin orale. I segni clinici e di laboratorio di danno epatico
si risolsero nel giro di pochi giorni, con un ritorno a livelli normali
delle AST e ALT nei mesi successivi.
In base alla scala di Naranjo enoxparina era la probabile causa di tossicità
epatica.
CONCLUSIONI Una donna trattata con enoxaparina ogni 12 ore ha sviluppato
segni e sintomi di epatotossicità dopo la seconda dose. Il caso
è inusuale per quanto riguarda la rapidità e l'entità
dell'innalzamento degli enzimi epatici.
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