RIASSUNTO
Gli americani consumano il succo di pompelmo in grandi quantità:
il 14% della popolazione ne fa un uso almeno settimanale. Il succo di
pompelmo è un ben noto inibitore dell'isoenzima CYP3A4, coinvolto
nel metabolismo di oltre il 50% dei farmaci comunemente prescritti. Si
riporta un caso insolito di tossicità da verapamil il una donna
di 42 anni, in seguito all'ingestione accidentale di solo 3 compresse
di una formulazione a rilascio prolungato (120 mg ciascuna) in 24 ore,
che ha causato grave tossicità.
ATTENTION-GRAPEFRUIT!
Grande
LA, Mendez RD, Krug RT, Verschuyl E
The Lancet 2009; 373:1222
RIASSUNTO
Una donna di 42 anni si è presentata al pronto soccorso con difficoltà
a camminare, respiro corto
e lievi capogiri. Il giorno precedente aveva viaggiato in auto per 1,5
ore, dopo di che aveva avvertito dolore alle gambe, schiena e gluteo sinistro.
La mattina seguente la gamba destra era diventata violacea. La storia
medica era normale. La donna assumeva levotiroxina da 4 anni e un contraccettivo
a basso dosaggio contenente drospirenone ed etinilestradiolo da 1 anno.
Non fumava e beveva alcol raramente. Essendo in leggero sovrappeso, aveva
iniziato da 3 giorni una dieta dimagrante che prevedeva l'assunzione di
225 g di pompelmo ogni mattina. In precedenza aveva fatto raramente uso
di succo di pompelmo.
Al pronto soccorso la gamba sinistra era diffusamente rigida e gonfia,
di un colore bluastro e con lividi reticolari. Erano presenti i polsi
femorale, popliteo e dorsale del piede. L'ultrasonografia mostrava una
trombosi venosa profonda che si estendeva dalla vena iliaca esterna alle
vene del polpaccio. A causa della presenza di "phlegmasia
caerulea dolens", si temeva
una gangrena venosa irreversibile con necessità di amputazione
dell'arto. Venne allora impiantato uno stent attraverso la stenosi e la
sintomatologia si risolse entro la sera. La paziente fu quindi dimessa
in terapia anticoagulante; l'assunzione di contraccettivi orali venne
interrotta.
Il test per la trombofilia effettuato in sede extraospedaliera rilevò
una mutazione del fattore V di
Leiden.
dal
BIF (AIFA) del 2006
Il succo di pompelmo è particolarmente utilizzato durante la stagione
estiva come bevanda rinfrescante, ricca di vitamine e oligoelementi.
Oltre a queste qualità, la cultura popolare attribuisce al pompelmo
proprietà digestive e ritiene che il prodigioso frutto
aiuti anche le funzioni del fegato e della cistifellea.
In farmacologia il pompelmo non è certo conosciuto per le sue proprietà
terapeutiche, è noto piuttosto per le interazioni farmacologiche
con farmaci assunti contemporaneamente. Questa insolita scoperta è
stata fatta nel 1989 nel corso di una sperimentazione disegnata per verificare
gli effetti delletanolo su un bloccante del canale del calcio. La
risposta osservata è stata successivamente attribuita al succo
di pompelmo e non allalcol. La possibilità che 250 ml di
succo di pompelmo possano interferire con il metabolismo di molti farmaci
è quindi una recente scoperta, poco conosciuta dai pazienti e spesso
sottostimata dai professionisti sanitari.
Negli ultimi dieci anni, la lista di interazioni tra farmaci e pompelmo
si è estesa fino ad includere numerose classi terapeutiche.
Il pompelmo è in grado di aumentare in maniera significativa la
biodisponibilità di diversi medicinali, attraverso un meccanismo
di inibizione dellattività di alcuni enzimi che a livello
epatico sono responsabili della trasformazione dei farmaci.
Il risultato è nella maggior parte dei casi un aumento della concentrazione
di farmaco libero che può quindi comportare un aumento della tossicità
del farmaco con conseguenti effetti collaterali anche gravi.
Il succo di pompelmo agisce attraverso linibizione selettiva, nel
tratto gastrointestinale, del citocromo CYP3A4. Linibizione del
CYP3A4 da parte di certi farmaci (antibatterici, antidepressivi, antifungini,
antivirali, immunosoppressivi) è una nota causa di interazioni
tra farmaci. Che anche il succo di pompelmo provochi tale inibizione è
un dato importante ed è ritenuto un meccanismo di interazione tra
farmaci e cibo.
Di notevole importanza pratica è il fatto che tale interazione
si verifica anche con un singolo bicchiere di succo di pompelmo o con
un frutto fresco. Linibizione intestinale del CYP3A4 dura fino a
24 ore dopo lassunzione del succo. Così anche se si ritarda
di diverse ore la somministrazione del farmaco linterazione viene
ritenuta ugualmente significativa.
La rilevanza clinica dellinterazione è estremamente variabile,
può dipendere dal tipo di farmaco e di somministrazione. I medicinali
con una bassa biodisponibilità orale da metabolismo di primo passaggio
possono avere i maggiori aumenti nei livelli ematici. La variabilità
del fenomeno dipende anche dal paziente interessato, in particolare, dal
contenuto intestinale di CYP3A4: gli individui con i livelli più
elevati sono quelli con i maggiori incrementi nelle concentrazioni plasmatiche
di felodipina. La somministrazione ripetuta di succo di pompelmo provoca
il mantenimento dellinterazione e le concentrazioni plasmatiche
di felodipina possono aumentare ulteriormente.
Finora sono stati individuati circa 30 farmaci, appartenenti a diverse
categorie terapeutiche, che interagiscono con il succo di pompelmo (tabella).
In generale si tratta di medicinali con biodisponibilità orale
da intermedia a molto bassa, legata al metabolismo di primo passaggio
mediato dal CYP3A4.
Importanti reazioni avverse che possono essere provocate dallinterazione
tra farmaci e succo di pompelmo sono:
a. laritmia ventricolare potenzialmente fatale da terfenadina, astemizolo
e cisapride;
b. la rabdomiolisi da statine;
c. il danno renale da ciclosporina e tacrolimus;
d. lipotensione sintomatica e le complicazioni ischemiche da calcio-antagonisti
diidropiridinici;
e. leccessiva sedazione da benzodiazepine e da buspirone;
f. latassia da carbamazepina.
Poiché è stato stimato che circa il 60% dei farmaci soggetti
a processi di ossidazione è metabolizzato, almeno in parte, dal
CYP3A4 è prevedibile che la lista dei farmaci che interagiscono
con il pompelmo potrà col tempo allungarsi.
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