A conclusione
di una revisione degli ultimi dati sul rischio di attacco cardiaco (infarto
miocardico), associata all'uso di Abacavir in pazienti affetti
da virus dell'immunodeficienza umana (HIV), il Comitato per i Prodotti
Medicinali per Uso Umano dell'Agenzia Europea dei Medicinali (CHMP) ha
concluso che non vi sono prove sufficienti per raccomandare modifiche
alla gestione terapeutica dei pazienti. Ciò fa seguito alla revisione
svolta ad aprile 2008 dal Comitato dei risultati dello studio D:A:D, che
ha concluso che sono necessari ulteriori dati per definire il rischio.
I dati provenienti da studi osservazionali disponibili dal mese di aprile
2008, incluso il French Hospital Database on HIV, hanno continuato a mostrare
una possibile relazione tra l'infarto del miocardio e l'uso di abacavir.
I dati provenienti da studi clinici hanno mostrato un numero ridotto di
casi di infarto miocardico e non si può escludere un piccolo aumento
del rischio.
Ciononostante, il CHMP ha concluso che vi sono contraddizioni tra i risultati
dei vari studi e che una relazione causale tra il trattamento con abacavir
e il rischio di infarto miocardico non può essere confermata né
smentita. Fino ad oggi, non è noto un meccanismo biologico che
potrebbe spiegare un potenziale aumento del rischio.
Tuttavia, quando si prescrivono medicinali contenenti abacavir, i prescrittori
devono intervenire per ridurre al minimo i fattori di rischio modificabili,
quali il fumo, la pressione sanguigna alta e i livelli elevati di grassi
nel sangue. Le informazioni sui prodotti medicinali contenenti abacavir
saranno aggiornate per tener conto di questa informazione.
Abacavir è un inibitore nucleosidico della trascrittasi inversa
(NRTI) indicato nella terapia antiretrovirale combinata per il trattamento
dell'infezione da virus dell'immunodeficienza umana (HIV). Nell'Unione
Europea, è disponibile con il nome Ziagen, in combinazione con
lamivudina col nome Kivexa e in combinazione con lamivudina e zidovudina
col nome Trizivir.
COMUNICATO STAMPA
EMEA
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