ESOFAGITE DA FARMACO



DRUG-INDUCED ESOPHAGITIS
Zografos GN, Georgiadou D, Thomas D, et al.
Dis Esophagus, pubblicato on line il 15 aprile 2009


Questo studio ha valutato i casi di esofagite su base iatrogena caratterizzando i danni provocati dai vari farmaci per facilitare la formulazione di una diagnosi corretta di questa reazione avversa.

RIASSUNTO
Negli anni scorsi l'esofagite da farmaci è stata sempre meglio riconosciuta. Sin dal 1970 sono stati riportati più di 650 casi in tutto il mondo, causati da almeno 30 farmaci diversi. Questi casi sono stati rivisti, con l'intento di classificare questa malattia sulla base del meccanismo patologico sottostante.
Il danno esofageo causato da farmaci tende a svilupparsi a livello del sito anatomico di restringimento, con la predominanza della porzione centrale, dietro l'atrio sinistro (75,6%). Le patologie a carico dell'esofago sono generalmente classificate in due gruppi. Nel primo caso, sono transienti e auto-limitanti, come esemplificato dal danno prodotto dalle tetracicline (65,8%). Al secondo gruppo appartengono invece le esofagiti persistenti, spesso con restringimenti, di due diverse entità: (i) pazienti in terapia con antinfiammatori non steroidei, il cui danno è aggravato dal reflusso gastroesofageo (21,8%) (reflusso aggravato); e (ii) pazienti con danno indotto da potassio cloruro e chinidina solfato (12,4%) (danno persistente da farmaco). Il danno esofageo grave è stato riportato in alcune donne trattate con bifosfonati come terapia per l'osteoporosi post-menopausale. L'analisi endoscopica in queste pazienti con patologia esofagea ha generalmente suggerito un'origine chimica, con erosione o ulcerazione ed essudato infiammatorio, accompagnato da ispessimento della parete esofagea.
Molti casi di esofagite indotta da farmaco si risolvono senza intervento nell'arco di pochi giorni. Così, l'aspetto più importante dell'approccio terapeutico è la corretta diagnosi e l'attenzione a eventuale ricadute dovute all'utilizzo del farmaco. quando possibile, dovrebbe essere interrotta l'assunzione di formulazioni orali potenzialmente dannose.