RIASSUNTO
CONTESTO Micro-sanguinamenti cerebrali e depositi di emosiderina
nel cervello sono indicativi di microangiopatia. Se sono interessati esclusivamente
siti cerebrali lobari, si tratta di angiopatia amiloidea, una condizione
che predispone al sanguinamento, in quanto la deposizione di amiloide
nella parete vascolare rende i vasi più fragili e quindi più
sottoposti alla rottura. Grazie alla risonanza magnetica è possibile
oggi visualizzare queste emorragie, identificabili come depositi di emosiderina
nei macrofagi circostanti il vaso.
OBIETTIVO Studiare la relazione tra uso di farmaci antitrombotici
e la presenza di micro-sanguinamenti, specialmente nei siti cerebrali
lobari.
METODI Un gruppo di ricercatori dell'Università di Rotterdam,
in Olanda, ha condotto una analisi cross-sezionale di uno studio su base
di popolazione con 1.062 soggetti ultrasessantenni senza demenza, alcuni
dei quali prendevano farmaci antitrombotici (antiaggreganti piastrinici
o anticoagulanti), per vedere grazie a una risonanza magnetica (MRI) se
l'azione antitrombotica facilitasse la comparsa di micro-sanguinamenti
cerebrali.
RISULTATI Chi prendeva un farmaco antiaggregante piastrinico aveva
una probabilità maggiore di presentare micro-sanguinamenti cerebrali
(odds ratio 1,71; IC al 95% 1,21-2,41). Non era invece evidente un'associazione
significativa per i farmaci anticoagulanti (OR 1,49; 0,82-2,71). Se si
valutavano solo i micro-sanguinamenti lobari, il rischio aumentava ulteriormente
tra gli utilizzatori di aspirina (OR aggiustato 2,70; 1,45-5,04), rispetto
ai pazienti in terapia con carbasalato calcico (non in commercio in Italia)
(OR aggiustato 1,16; 0,66-2,02). Restringendo l'analisi agli utilizzatori
di "dosaggi cardiaci" (più alti di quelli cerebrali),
nonostante una dose media giornaliera simile per i due farmaci, la differenza
era ancora più evidente.
CONCLUSIONI Questo studio cross-sezionale mostra come l'uso di
inibitori dell'aggregazione piastrinica possano essere correlati alla
presenza di micro-sanguinamenti cerebrali. Inoltre aspirina e carbasalato
calcico sono differentemente associati ai micro-sanguinamenti lobari.
Nel bilancio costi-benefici della terapia con antiaggreganti deve essere
sempre presente la valutazione del rischio emorragico. Ciò vale
non solo a livello gastrico, ma anche cerebrale. Occorrono ulteriori studi
per confermare il dato emerso in questa ricerca, analizzando anche la
possibile correlazione tra uso di antiaggreganti e incidenza di emorragie
intracerebrali sintomatiche.
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