SMART DRUGS: IL CONSUMO È ONLINE



Farmacista33. 30 aprile 2009


 

Cresce in Italia il consumo delle smart drugs (*), composti di origine vegetale o sintetica, legali ma con effetti psicoattivi e a volte persino tossici, venduti nei 150 "smart shop", lecitamente presenti in Italia, o sugli oltre 4 milioni di shop virtuali su Internet. Un aumento che, in pochi anni, si è attestato al +500%, per pillole, gocce, spinelli con erbe aromatiche, infusi, profumatori ambientali, incensi, semi da collezione. A parlarne Roberta Angelilli (Pdl), parlamentare europea, che ha presentato a Roma il rapporto "Smart drugs. Lo sballo semplice e pericoloso", basato sulla rielaborazione dei dati da Commissione europea, Parlamento UE, Consiglio d'Europa, Osservatorio europeo delle droghe e Istituto superiore di sanità. Dai dati emerge la facilità di reperire le sostanze legali come l'amanita muscaria, fungo che dà eccitazione ma che è a rischio avvelenamento. Ma è facile acquistare anche sostanze illegali - su Internet in particolare - come la Salvia divinorum, allucinogena e pericolosa per lo sviluppo psichico dei più giovani, e la Mitragyna speciosa, stimolante a bassi dosaggi e sedativo ad alte dosi. La vendita online la più insidiosa perché è al di fuori di qualsiasi controllo, permette acquisti anonimi, garantisce prezzi concorrenziali e aggiornamenti continui sulle nuove sostanze.

(*) Con il termine smart-drugs, il cui nome significa letteralmente "droghe furbe", si intendono tutta una serie di composti sia di origine naturale (vegetale) che sintetica che contengono vitamine, principi attivi di estratti vegetali, tra cui i più diffusi sono l’efedrina, la caffeina, la taurina ma anche sostanze con caratteristiche allucinogene.
Per taluni il termine smart-drugs indica tutta una serie di bevande energetiche o pastiglie stimolanti (che tentano di simulare l’effetto dell’ecstasy) che assicurano effetti eccitanti pur rimanendo nella legalità (caffeina, ginseng, etc.): vengono proposte e consumate soprattutto in ambienti giovanili (discoteche, rave party ecc.). Per altri le smart-drugs si confondono molto più con le droghe naturali o droghe etniche, confinando il loro consumo ad ambienti più alternativi rispetto alla discoteca. In realtà, sembrerebbe che l’espressione prenda origine dal fatto che le smart drugs sono le "droghe furbe" perché non perseguite o perseguibili dalla legge, in quanto non presenti come tali o come principi attivi in esse contenuti nelle Tabelle legislative delle corrispondenti leggi che proibiscono l’uso di sostanze stupefacenti e psicotrope. (ISS)