RIASSUNTO
CONTESTO Gli eventi avversi ai farmaci (ADE) e gli errori prescrittivi
incidono notevolmente sulla qualità della cura. Studi effettuati
in pazienti ospedalizzati suggeriscono che il farmacista può ridurre
questi eventi, mentre studi su pazienti ambulatoriali non sono ancora
stati compiuti.
METODI È stata condotta un'analisi aggregata di due studi
clinici randomizzati e controllati per determinare l'effetto dell'intervento
di un farmacista sugli ADE e sugli errori di prescrizione. Sono stati
studiati 800 casi ambulatoriali di ipertensione, stratificata in complicata
(n=535) e non complicata (n=265). I pazienti con ipertensione complicata
avevano insufficienza cardiaca o altre complicazioni cardiovascolari.
Mediante l'uso di software è stata compiuta l'analisi dei record
relativi a un anno per identificare eventi classificati come ADE e prevenibili
o come potenziali ADE.
RISULTATI Di 800 partecipanti (età media 59 DS10 anni),
484 (90,5%) e 258 (97,4%) partecipanti sono rimasti dopo
12 mesi rispettivamente
nello
strato iniziale di ipertensione complicata o non complicata.
In confronto al gruppo di controllo il rischio di qualsiasi evento era
il 34% più basso nel gruppo di intervento (risk ratio [RR] 0,66;
IC al 95% 0,50-0,88), considerando eventi avversi a più basso rischio
(RR 0,65; 0,47-0,90), eventi avversi prevenibili (RR 0,52; 0,25-1,09)
ed errori medici (RR 0,63; 0,40-0,98).
CONCLUSIONI Questa analisi post hoc suggerisce che l'intervento
di un farmacista per migliorare l'uso di farmaci in pazienti ambulatoriali
con malattia cardiovascolare diminuisce il rischio di ADE e di errori
medici. Sono necessari, comunque, ulteriori studi per confermare questi
risultati.
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