CIMICIFUGA RACEMOSA E RISCHIO DI EPATITE



A CASE OF HEPATITIS ASSOCIATED WITH LONG-TERM USE OF CIMICIFUGA RACEMOSA
Vannacci A, Lapi F, Gallo E, et al.
Altern Ther Health Med 2009; 15:62-3



Diversi fitoterapici possono essere considerati utili nel trattamento di alcune patologie o condizioni fisiopatologiche, anche se spesso non bisogna trascurarne i potenziali di tossicità.
Tra le varie piante potenzialmente utilizzabili in terapia, la Cimicifuga racemosa sembra possedere un ruolo in diverse condizioni, e specialmente nel controllo dei sintomi disautonomici in menopausa. Sebbene fosse stato sollevato un alert da parte della Agenzia Europea per i Farmaci (EMEA) sulla potenziale tossicità dei prodotti a base di Cimicifuga racemosa, la revisione di alcune casistiche ne ha confermato la relativa sicurezza, purché il fitoterapico venga utilizzato nell'ambito di un controllo medico.
Il fatto che comunque esistano dei potenziali rischi associati all'assunzione non controllata di fitoterapici, ed in particolare di prodotti a base di Cimicifuga racemosa, è confermato dalla recente pubblicazione del caso clinico di una epatite associata al consumo a lungo termine di un integratore a base di Cimicifuga racemosa. E' stato infatti descritto il caso di una donna di 37 anni, affetta per oltre un anno e mezzo da una epatite persistente, che poi è stato scoperto essere collegata alla assunzione di un integratore a base di Cimicifuga racemosa, del quale non aveva mai riferito ai propri medici. Una volta sospesa l'assunzione dell'integratore, l'epatite si è risolta e tutti i parametri clinici e di laboratorio sono rientrati nella norma.
Sebbene quindi l'assunzione di Cimicifuga racemosa, come quella di diversi altri fitoterapici, possa avere un ruolo nel mantenimento della salute e nella terapia di alcune patologie, la loro assunzione deve essere sempre condotta sotto il controllo medico, dato che in alcuni casi si possono manifestare effetti collaterali, specialmente in soggetti predisposti.