INSULINA GLARGINE E RISCHIO DI CANCRO



[1] DOES DIABETES THERAPY INFLUENCE THE RISK OF CANCER?
Smith U, Gale EAM
Diabetelogia 2009; 52:1699-1708

[2] INSULIN GLARGINE AND MALIGNANCY: AN UNWARRANTED ALARM
Pocock SJ, Smeeth l
Lancet 2009; 374:511-3
[3] LANTUS INSULIN: A POSSIBLE LINK WITH CANCER WHICH REQUIRES FURTHER INVESTIGATION
European Association for the Study of Diabetes. 29 giugno 2009


Un nuovo commento in merito a cinque studi su insulina glargine conclude che i risultati non forniscono evidenze convincenti sull'ipotesi che il farmaco aumenti il rischio di cancro.

Il dibattito intorno ad insulina glargine e cancro è iniziato quando è stato pubblicato uno studio osservazionale tedesco su Diabetologia [1], che sollevava la possibilità che ad alte dosi questo analogo dell'insulina a lunga durata d'azione, comunemente prescritto, potesse essere correlato ad un aumentato rischio di cancro. Tuttavia lo studio aveva dei difetti metodologici e non poteva essere utilizzato in una review. Sulla rivista sono stati pubblicati altri tre studi osservazionali realizzati su ampie coorti (in Svezia, Scozia e UK). Nello stesso periodo è stato pubblicato un piccolo trial randomizzato che valutava insulina glargine e retinopatia.
Su Lancet è stato quindi pubblicato un editoriale di Pocock e Smeeth (London School of Hygiene and Tropical Medicine, London, UK) [2] che afferma che, sulla base dei risultati dei cinque suddetti studi, non ci sono evidenze solide di aumentato rischio di cancro. Gli autori sostengono che annunci di possibile rischio non basati su risultati adeguati possono provocare allarmi inutili e ansietà nei pazienti. Quando studi osservazionali propongono una correlazione tra farmaci e tumori, i dati devono essere sempre interpretati con estrema cautela in quanto potrebbero esserci grossi bias inerenti questo disegno sperimentale.
Si tratta quindi di un segnale prematuro che non richiede l'attenzione da parte di cardiologi o altri medici. Non c'è ragione per cui questo composto non debba essere prescritto ex-novo o continuato in pazienti che già lo ricevono.
Mentre i dati citati sono inconclusivi per generare un allarme, considerati insieme devono d'altra parte sollecitare nuovi studi, come dichiarato dalla European Association for the Study of Diabetes (EASD) [3].