RIASSUNTO
E' stato condotto uno studio caso controllo innestato che ha incluso 367
donne che hanno ricevuto una prima diagnosi di cancro invasivo positivo
ai recettori degli estrogeni (ER) e successivamente un secondo cancro
primario al seno controlaterale e come controlli 728 donne con diagnosi
di un solo primo cancro al seno.
Dati su terapia ormonale sostitutiva, presenza di altri trattamenti e
fattori di rischio per il cancro al seno sono stati acquisiti tramite
interviste telefoniche e desunti da registri medici. Mediante regressione
logistica condizionale è stata quantificata l'associazione tra
terapia ormonale sostitutiva e rischio di sottotipi, in base ai recettori
specifici ormonali, di cancro al seno controlaterale (n=503 ER+; n=52
ER- casi).
In confronto con donne non trattate con terapia ormonale, le donne che
hanno assunto tamoxifene per 5 anni hanno un rischio ridotto di cancro
controlaterale ER+ [odds ratio 0,4; IC al 95% 0,3-0,7], a fronte però
di un aumento di 4,4 volte (1,03-19,0) del rischio di sviluppare un cancro
al seno controlaterale ER-.
L'uso di tamoxifene per meno di 5 anni non era associato a rischio di
sviluppare cancro controlaterale ER-. Nonostante la terapia ormonale abbia
chiari benefici, è necessario tenere in considerazione anche i
suoi rischi, uno dei quali è il rischio di sviluppare un cancro
al seno controlaterale negativo per i recettori ormonali, un tipo di cancro
con prognosi peggiore rispetto ai tumori positivi agli estrogeni.
|