FRATTURE SUBTROCANTERICHE IN PAZIENTI ESPOSTI PER LUNGHI PERIODI A BIFOSFONATI



LOW-ENERGY FEMORAL FRACTURES ASSOCIATED WITH THE LONG-TERM USE OF BISPHOSPHONATES: A CASE SERIES FROM A SWISS UNIVERSITY HOSPITAL
Ing-Lorenzini K, Desmeules J, Plachta O, et al.
Drug Safety 2009; 32:775-785



RIASSUNTO
CONTESTO I bifosfonati sono farmaci efficaci e ben tollerati, usati per contrastare il riassorbimento osseo e trattare l'osteoporosi. Tuttavia, stanno emergendo perplessità circa potenziali effetti negativi a lungo termine.
OBIETTIVO Riportiamo una serie di pazienti con storia di trattamento con bifosfonati ammessi all'istituto dove si è svolto lo studio con una frattura subtrocanterica a bassa energia.
PAZIENTI E METODI Otto pazienti rientranti in questi due criteri in un periodo di due anni sono stati inclusi nell'analisi retrospettiva. I casi sono stati riportati allo Swiss National Pharmacovigilance Centre.
RISULTATI Tutti i pazienti si sono presentati con un tipico quadro radiologico, costituito da ispessimento corticale alla corteccia laterale femorale subtrocanterica, con una linea di frattura orizzontale che si originava esattamente in questo punto. Quattro pazienti hanno poi sviluppato una frattura da stress o una frattura completa del femore controlaterale. Due pazienti mostravano un inizio di guarigione della frattura. Cinque pazienti erano in terapia con alendronato per periodi variabili da 16 mesi a 8 anni; due assumevano ibandronato da 4 mesi e da un anno mentre un paziente aveva preso pamidronato fino ad un anno prima dell'occorrenza della frattura. Sette pazienti erano anche in terapia con inibitori di pompa (PPI) e ciò può aver contribuito ad aumentare il rischio di fratture. Quattro pazienti ricevevano sia PPI che cortisonici a lungo termine. L'ipotesi di un'interazione farmacodinamica negativa tra bifosfonati, PPI e corticosteroidi che porti a una riduzione della durezza ossea dopo terapia a lungo termine necessita di ulteriori indagini.
CONCLUSIONI I prescrittori dovrebbero essere consapevoli della possibilità di insorgenza di queste rare reazioni avverse e l'uso prolungato dei bifosfonati dovrebbe essere riconsiderato almeno fino a che siano disponibili dati consistenti sulla sicurezza a lungo termine.