BLOCCO ATRIOVENTRICOLARE COMPLETO IN SEGUITO A TERAPIA CON DAPSONE



COMPLETE ATRIOVENTRICULAR BLOCK ASSOCIATED WITH DAPSONE THERAPY: A RARE COMPLICATION OF DAPSONE-INDUCED HYPERSENSITIVITY SYNDROME
Zhu KJ, He FT, Jin N, et al.
J Clin Pharm Ther 2009; 34: 489-492



RIASSUNTO
Dapsone è stato usato per trattare molte patologie dermatologiche infiammatorie grazie alle sue proprietà antibiotiche e antinfiammatorie. Può causare un effetto collaterale potenzialmente grave, noto come sindrome da ipersensibilità indotta da dapsone (DHS). DHS è caratterizzata da febbre, rash cutanei, linfoadenopatia e disfunzione multiorgano, che si manifesta come epatite, colangite, colite, tiroidite e miocardite. Tuttavia, il blocco atrio-ventricolare completo associato a DHS non era stato precedentemente riportato.
Una donna cinese di 45 anni si è presentata in ospedale dopo 6 giorni di febbre alta, rash maculopapulare generalizzato e due episodi di sincope. Per il resto, era in buona salute, con una storia medica pregressa senza patologie significative prima del ricovero, eccetto una diagnosi di psoriasi palmo-plantare pustolare 3 mesi prima. Era stata trattata con dapsone 150 mg/die per 5 settimane prima dell'arrivo in ospedale. Durante la visita ospedaliera sono stati osservati dispnea, intorpidimento delle braccia per alcuni minuti e una sincope insorta improvvisamente e durata alcuni secondi. La frequenza cardiaca è scesa a 46 bpm. E' stata iniziata una terapia con metilprednisolone sistemico, ma la febbre è rimasta e le lesioni cutanee si sono gradualmente distribuite in tutto il corpo. Il quarto giorno si è manifestata una nuova sincope, durata pochi secondi, con riduzione della frequenza cardiaca a 35 bpm. La paziente è stata trasferita al reparto di Cardiologia, dove le è stata diagnosticata DHS con sincope di non chiara eziologia. La terapia con dapsone è stata interrotta ed è stato iniziato il trattamento con metilprednisolone intravenoso e loratidina orale. Dopo 2 giorni la paziente ha sviluppato un'altra sincope di 10 secondi, con frequenza cardiaca a 46 bpm, pressione arteriosa di 90/35 mmHg e saturazione dell'ossigeno al 97%. Il monitoraggio ECG ha rivelato un blocco atrio-ventricolare di secondo grado. Con l'inalazione di ossigeno la paziente ha ripreso conoscenza, ma la frequenza cardiaca è precipitata a 19 bmp, la pressione a 70/40 mmHg e la saturazione dell'ossigeno al 95%. L'ECG ha mostrato un blocco atrio-ventricolare completo. La donna è stata trasferita in terapia intensiva ed è stata trattata con atropina, dopamina e isoprenalina per mantenere la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa e le è stata impiantato un pacemaker. In seguito a ciò, i sintomi sono rientrati e l'ECG ha mostrato un quadro nella norma. La somministrazione di metilprednisolone e di immunoglobulina ha portato a un netto miglioramento della sintomatologia. La paziente è stata dimessa dopo 16 giorni di ospedalizzazione.