RIASSUNTO
Dapsone è stato usato per trattare molte patologie dermatologiche
infiammatorie grazie alle sue proprietà antibiotiche e antinfiammatorie.
Può causare un effetto collaterale potenzialmente grave, noto come
sindrome da ipersensibilità indotta da dapsone (DHS). DHS è
caratterizzata da febbre, rash cutanei, linfoadenopatia e disfunzione
multiorgano, che si manifesta come epatite, colangite, colite, tiroidite
e miocardite. Tuttavia, il blocco atrio-ventricolare completo associato
a DHS non era stato precedentemente riportato.
Una donna cinese di 45 anni si è presentata in ospedale dopo 6
giorni di febbre alta, rash maculopapulare generalizzato e due episodi
di sincope. Per il resto, era in buona salute, con una storia medica pregressa
senza patologie significative prima del ricovero, eccetto una diagnosi
di psoriasi palmo-plantare pustolare 3 mesi prima. Era stata trattata
con dapsone 150 mg/die per 5 settimane prima dell'arrivo in ospedale.
Durante la visita ospedaliera sono stati osservati dispnea, intorpidimento
delle braccia per alcuni minuti e una sincope insorta improvvisamente
e durata alcuni secondi. La frequenza cardiaca è scesa a 46 bpm.
E' stata iniziata una terapia con metilprednisolone sistemico, ma la febbre
è rimasta e le lesioni cutanee si sono gradualmente distribuite
in tutto il corpo. Il quarto giorno si è manifestata una nuova
sincope, durata pochi secondi, con riduzione della frequenza cardiaca
a 35 bpm. La paziente è stata trasferita al reparto di Cardiologia,
dove le è stata diagnosticata DHS con sincope di non chiara eziologia.
La terapia con dapsone è stata interrotta ed è stato iniziato
il trattamento con metilprednisolone intravenoso e loratidina orale. Dopo
2 giorni la paziente ha sviluppato un'altra sincope di 10 secondi, con
frequenza cardiaca a 46 bpm, pressione arteriosa di 90/35 mmHg e saturazione
dell'ossigeno al 97%. Il monitoraggio ECG ha rivelato un blocco atrio-ventricolare
di secondo grado. Con l'inalazione di ossigeno la paziente ha ripreso
conoscenza, ma la frequenza cardiaca è precipitata a 19 bmp, la
pressione a 70/40 mmHg e la saturazione dell'ossigeno al 95%. L'ECG ha
mostrato un blocco atrio-ventricolare completo. La donna è stata
trasferita in terapia intensiva ed è stata trattata con atropina,
dopamina e isoprenalina per mantenere la frequenza cardiaca e la pressione
arteriosa e le è stata impiantato un pacemaker. In seguito a ciò,
i sintomi sono rientrati e l'ECG ha mostrato un quadro nella norma. La
somministrazione di metilprednisolone e di immunoglobulina ha portato
a un netto miglioramento della sintomatologia. La paziente è stata
dimessa dopo 16 giorni di ospedalizzazione.
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