BETA-BLOCCANTI E RISCHIO DI CATARATTA



USE OF ANTIHYPERTENSIVE MEDICATIONS AND TOPICAL BETA-BLOCKERS AND THE LONG-TERM INCIDENCE OF CATARACT AND CATARACT SURGERY
Kanthan GL, Wang JJ, Rochtchina E, Mitchell P
Br J Ophthalmol 2009;93: 1210-4


L'impiego di betabloccanti, sia orali che topici, è associato ad una maggiore incidenza di cataratta.

RIASSUNTO
SCOPO
Valutare l'associazione tra le terapie antipertensive e l'incidenza a lungo termine dell'insorgenza
e dell'intervento di cataratta.
METODI 3.654 individui con età >49 anni sono stati esaminati al basale e 2454 sono stati esaminati nuovamente dopo 5 e/o 10 anni. Questionari sotto forma di intervista raccoglievano l'informazione sull'uso di farmaci. Le lenti a contatto venivano corrette ad ogni visita. Sono state stimate le associazioni tra terapie antipertensive e incidenza a 10 anni di cataratta e relativo intervento.
RISULTATI L'uso di beta-bloccanti somministrati oralmente o per via topica aveva un'associazione borderline con la cataratta nucleare (odds ratio [OR] 1,45; IC al 95% 0,97-2,15 e OR 2,12; 0,87-5,16, rispettivamente) e prediceva significativamente l'incidenza degli interventi di cataratta (OR 1,61; 1,14-2,28 e OR 3,09; 1,60-5,95, rispettivamente) dopo aggiustamento per età, sesso, pressione sanguigna, pressione intraoculare, miopia, diabete, fumo e uso di steroidi. Oltre a un'associazione tra gli inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina e l'incidenza di interventi di cataratta (OR 1,70; 1,10-2,60), non è stata rilevata alcun'altra terapia antipertensiva che predicesse la cataratta o il suo intervento.
CONCLUSIONI L'uso di beta-bloccanti orali o topici era collegato a un'alta incidenza sia di cataratta nucleare sia di intervento alla cataratta. Sono previsti ulteriori studi per confermare e comprendere questi risultati.