RIASSUNTO
SCOPO Valutare l'associazione tra le terapie antipertensive e l'incidenza
a lungo termine dell'insorgenza e
dell'intervento di cataratta.
METODI 3.654 individui con età >49 anni sono stati esaminati
al basale e 2454 sono stati esaminati nuovamente dopo 5 e/o 10 anni. Questionari
sotto forma di intervista raccoglievano l'informazione sull'uso di farmaci.
Le lenti a contatto venivano corrette ad ogni visita. Sono state stimate
le associazioni tra terapie antipertensive e incidenza a 10 anni di cataratta
e relativo intervento.
RISULTATI L'uso di beta-bloccanti somministrati oralmente o per
via topica aveva un'associazione borderline con la cataratta nucleare
(odds ratio [OR] 1,45; IC al 95% 0,97-2,15 e OR 2,12; 0,87-5,16, rispettivamente)
e prediceva significativamente l'incidenza degli interventi di cataratta
(OR 1,61; 1,14-2,28 e OR 3,09; 1,60-5,95, rispettivamente) dopo aggiustamento
per età, sesso, pressione sanguigna, pressione intraoculare, miopia,
diabete, fumo e uso di steroidi. Oltre a un'associazione tra gli inibitori
dell'enzima di conversione dell'angiotensina e l'incidenza di interventi
di cataratta (OR 1,70; 1,10-2,60), non è stata rilevata alcun'altra
terapia antipertensiva che predicesse la cataratta o il suo intervento.
CONCLUSIONI L'uso di beta-bloccanti orali o topici era collegato
a un'alta incidenza sia di cataratta nucleare sia di intervento alla cataratta.
Sono previsti ulteriori studi per confermare e comprendere questi risultati.
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