RIASSUNTO
Il fenofibrato, un derivato dell'acido fibrico, è un agente ipolipemizzante
largamente usato in pazienti affetti da ipertrigliceridemia. I più
comuni effetti avversi riportati con questo farmaco sono disturbi gastrointestinali,
rush cutanei, prurito, mal di testa, vertigini e miopatia, raramente rabdomiolisi.
Gli effetti avversi sul fegato di solito si limitano a un innalzamento
dei livelli serici di aminotrasferasi, mentre meno frequentemente si può
avere formazione di calcoli. L'epatite, sia acuta che cronica, si ha molto
raramente.
Si riporta il caso di un paziente senza storia pregressa di patologie
epatiche in cui è stata rilevata una epatite colestatica acuta,
probabilmente indotta dal fenofibrato.
Una donna di 50 anni è stata ricoverata in ospedale a causa di
un ittero comparso 5 giorni prima. La paziente era in cura da tre anni
per ipertensione arteriosa e aveva subito un intervento per l'innesto
di un bypass aorto-coronarico 5 mesi prima del ricovero. Dopo tale intervento
la paziente aveva cominciato ad assumere atorvastatina 20 mg una volta
al giorno e citalopram 20 mg una volta al giorno. Due settimane prima
della comparsa dell'ittero la terapia con statine era stata completata
con fenofibrato 200 mg al giorno. Prima dell'inizio della terapia con
fenofibrato, la paziente presentava normali livelli serici di enzimi epatici
e bilirubina. Inoltre non era presente una storia familiare di malattie
epatiche.
Al momento del ricovero i test di laboratorio mostravano bilirubina serica
a 534,0 µmol/L (coniugata 440), fosfatasi alcalina (AP) a 8,76,
gamma-glutamil transpeptidasi (GGT) a 20,92, alanina aminotransferasi
(ALT) a 2,6, aspartato aminotransferasi (AST) a 3,64 mckat/L. Sono state
ecluse inoltre epatite A, B, C e malattie di origine metabolica o autoimmune.
La causa più probabile dell'epatite colestatica era dunque da ricercare
nella tossicità da farmaci. Tutti i potenziali farmaci tossici
(atorvastatina, citalopram e fenofibrato) sono stati sospesi al momento
del ricovero, ma fenofibrato restava la causa più probabile del
danno epatico per via delle relazioni cronologiche. La sospensione di
fenofibrato e la somministrazione di acido ursodesossicolico determinava
un rapido miglioramente del quadro clinico della paziente.
|