OBIETTIVO
Riportare il caso di un paziente il cui INR (International Normalized
Ratio) è aumentato con l'uso concomitante di eritromicina oftalmica
e warfarin.
RIASSUNTO DEL CASO Una donna caucasica di 77 anni ha iniziato la terapia
con warfarin per la profilassi di tromboembolismo secondario a fibrillazione
atriale (target INR, 2-3). Il farmaco è stato prescritto dal cardiologo
e la cura è stata definita e condotta in accordo con il farmacista
ospedaliero. La donna stava ricevendo un dosaggio settimanale di mantenimento
di 14 mg. Aveva una storia clinica di fibrillazione atriale, iperlipidemia,
osteoartrite, ipotiroidismo, malattia coronarica, infarto miocardico,
insufficienza cardiaca congestizia e cancro al seno. Oltre a warfarin,
la paziente assumeva alprazolam, carvedilolo, furosemide, levotiroxina
sodica, lisinopril, nitroglicerina, cloruro di potassio, paracetamolo/propossifene,
simvastatina e trazodone. La paziente era in terapia anticoagulante da
quattro mesi quando le venne prescritta una crema oftalmica a base di
eritromicina per una congiuntivite batterica. Dopo 3 settimane il suo
INR salì a 8,5. Vennero eliminate 4 dosi di warfarin e la dose
di mantenimento fu abbassata a 12 mg. Cinque settimane dopo l'INR era
1,5, a cinque giorni dal termine della terapia con la pomata oftalmica.
Il rechallenge con eritromicina riportò in 5 giorni l'INR
a 4,2, richiedendo una nuova riduzione del dosaggio di mantenimento.
CONCLUSIONI Questo caso dimostra come l'applicazione topica di eritromicina
oftalmica abbia determinato l'innalzamento dei valori di INR in una paziente
in terapia con warfarin.
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