Il
Comitato per i Medicinali per Uso Umano (CHMP) dell'Agenzia Europea dei
Medicinali, a seguito di una revisione sui medicinali contenenti sibutramina,
ha concluso che i rischi di questi medicinali sono maggiori rispetto ai
loro benefici e ha raccomandato la sospensione delle autorizzazioni all'immissione
in commercio di questi medicinali in tutta l'Unione Europea.
COMUNICATO
STAMPA EMEA
FAQ
COMUNICATO STAMPA
AIFA
I due sistemi regolatori, Emea e Fda, hanno mostrato due diversi approcci
allo stesso problema. L'Emea ha comunicato ai medici europei di interrompere
la prescrizione di sibutramina, ritenendo che i rischi del farmaco superassero
i relativi benefici. Quasi contemporaneamente, l'Fda ha aggiunto nuove
avvertenze alla scheda tecnica del farmaco, mettendo in luce i rischi
per i pazienti già cardiopatici, ma attende la decisione di un
Comitato di esperti che si riunirà il prossimo mese di marzo.
COMUNICATO
DEL'FDA
La Società Italiana dell'Obesità (Sio), l'Associazione Italiana
di Dietetica e Nutrizione Clinica (Adi), e l'Associazione Nazionale Specialisti
in Scienza dell'Alimentazione (Ansisa) replicano alla decisione di ritirare
dal commercio i prodotti contenenti sibutramina, presa dall'Agenzia europea
dei medicinali. L'obiezione viene posta sull'interpretazione dei dati
emersi dallo studio SCOUT, che fu richiesto dall'EMEA come condizione
per la commercializzazione del farmaco nell'Unione Europea e che prevedeva
l'arruolamento di soggetti con accertate controindicazioni all'uso del
farmaco. A causa del basso numero di eventi, inferiori rispetto all'atteso
i criteri di inclusione sono stati resi ancora più restrittivi
e i pazienti dovevano presentare sia malattie cardiovascolari (CVD) sia
diabete mellito (DM). Secondo il parere congiunto di Sio-Ada-Ansisa, dai
dati preliminari si nota che solo in quest'ultimo sottogruppo c'è
una differenza significativa di eventi avversi tra il farmaco e il placebo,
mentre nel sottogruppo di pazienti con solo DM o solo CVD non vi siano
differenze significative. "Questo è il primo studio al mondo
- si legge nella nota congiunta - dove, per valutare la sicurezza di un
farmaco, dopo la sua immissione sul mercato, si siano sottoposti a un
trattamento farmacologico un numero così elevato di soggetti con
chiare controindicazioni al farmaco stesso e per un periodo di tempo fino
sei volte superiore a quello approvato". Un aspetto sul quale il
CHMP nelle sue motivazioni al ritiro ha precisato: "Poiché
i pazienti obesi e in sovrappeso sono potenzialmente più a rischio
di eventi cardiovascolari, il Comitato ha ritenuto che i dati dello studio
SCOUT siano rilevanti per l'uso del farmaco nella pratica clinica".
PARERE CONGIUNTO
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