RIASSUNTO
La presenza di sostanze farmacologicamente attive nell'ambiente è
un problema di crescente rilevanza. La vasta maggioranza dei composti
in questione sono a basso peso molecolare, concepiti per uso orale e disegnati
per tollerare, ad esempio, gli enzimi digestivi del tratto gastrointestinale
superiore, l'ambiente acido "ostile" dello stomaco o la flora
microbica intestinale. Di conseguenza, questi composti xenobiotici possono,
grazie alla loro propria attività biologica, costituire un rischio
per l'ambiente.
I prodotti biologici medicinali, ad esempio l'insulina umana ricombinante
o gli anticorpi monoclonali, tuttavia, sono differenti. Sono principalmente
fatti di oligomeri o polimeri di aminoacidi, zuccheri o nucleotidi e sono
prontamente metabolizzati. Quindi non sono generalmente considerati potenziali
rischi per l'ambiente.
Alcune classi di prodotti biologici medicinali, tuttavia, sono associati
a specifici problemi di sicurezza. Gli organismi geneticamente modificati
come vettori di vaccine nella produzione vaccinale o genica hanno attirato
molto l'attenzione a questo proposito. Le problematiche includono il grado
di attenuazione dei vaccini ricombinanti vivi, le restrizioni della replicazione
dei vettori vaccinali, l'alterazione del tropismo del vettore per l'ospite
e per il tessuto, la possibilità di reversione alla virulenza e
il rischio per l'ecosistema.
In questa review si discute il destino e il potenziale impatto ambientale
dei prodotti biologici in seguito all'uso clinico dal punto di vista della
ecofarmacovigilanza e si rivedono i documenti rilevanti di politica sanitaria
e i decreti regolatori.
|