L'uso
prolungato dei bisfosfonati - per quattro o più anni - potrebbe
influire negativamente sulla qualità dell'osso e aumentare il rischio
di fratture atipiche a livello del femore nelle donne in postmenopausa
affette da osteoporosi. Lo suggeriscono due ricerche preliminari appena
presentate al congresso annuale dell'American Academy of Orthopaedic
Surgeons (AAOS).
La presentazione di questi dati è giunta quasi in contemporanea
alla diffusione di un documento da parte dell'FDA che fornisce un aggiornamento
sul riesame in corso della sicurezza dell'uso prolungato dei bisfosfonati
orali. L'FDA sta conducendo una review sulla sicurezza di questi farmaci
comunemente prescritti per l'osteoporosi.
Secondo le segnalazioni dell'American Academy of Orthopedic Surgeons
la terapia prolungata oltre i 4 anni potrebbe aumentare il rischio di
fratture atipiche del femore. Sotto esame sono: Actonel (acido risedronico)
di Sanofi Aventis e Procter & Gamble, Boniva (ibandronato) di Roche
e GlaxoSmithKline e Fosamax (alendronato sodico) di Merck & Co.
Nel giugno 2008 l'ente americano aveva richiesto alle aziende produttrici
di questi farmaci di fornire informazioni sul possibile aumento di rischio
di fratture atipiche del femore subtrocanteriche nelle donne trattate
con questi agenti. L'esame dei dati finora forniti, si legge nella nota,
non ha dimostrato una connessione chiara tra uso dei bifosfonati e rischio
di queste fratture.
L'FDA, tuttavia, non abbassa la guardia e nel comunicato esorta medici
e aziende a riportare tutti i casi di eventi avversi correlati all'uso
dei bisfosfonati orali.
DRUG
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