RIASSUNTO
Dopo il 2002, un'associazione tra ictus e farmaci antipsicotici è
stata riportata nei trial clinici e in ampi studi su database. Questa
revisione considera precedenti review quantitative, trial clinici di nuova
pubblicazione e recenti studi di coorte osservazionali e studi caso-controllo
e si focalizza sulla significatività clinica del rischio di ictus,
sulla differenza tra antipsicotici tipici e atipici, sul possibile profilo
dei pazienti a rischio e sul tempo di occorrenza dell'ictus dopo l'esposizione.
È stata condotta una ricerca in MEDLINE che copriva il periodo
dal 1966 a giugno 2009 usando parole chiave selezionate. I criteri di
inclusione erano (i) review quantitative su ictus e antipsicotici; (ii)
trial clinici in doppio cieco controllati con placebo su pazienti con
demenza trattati con antipsicotici; e (iii) studi di coorte osservazionali
su database e studi caso-controllo sull'associazione tra ictus e antipsicotici.
I trial clinici venivano esclusi se erano in singolo cieco o se i pazienti
erano affetti da demenza complicata da altre patologie neurologiche.
Sono stati selezionati e analizzati: 4 review con dati aggregati, 2 metanalisi,
13 trial in doppio cieco, randomizzati e controllati, 7 studi di coorte
osservazionali e 4 studi caso-controllo. L'incidenza degli eventi cerebrovascolari
(CVE) era molto bassa nelle review aggregate e nelle metanalisi (2-4%).
Quando la numerosità era sufficientemente alta o venivano raggruppati
diversi trattamento farmacologici, il tasso di eventi più alto
nei soggetti esposti ad antipsicotici era statisticamente significativo.
L'analisi di altri trial clinici randomizzati e controllati, non inclusi
nelle review aggregate e nelle metanalisi, riportavano tassi simili di
CVE. La maggior parte degli studi di coorte osservazionali confrontava
antipsicotici tipici e atipici e non mostrava rilevanti differenze tra
le due classi. In alcuni studi di coorte veniva effettuato il confronto
con i non utilizzatori. Negli studi caso-controllo, la probabilità
di CVE negli utilizzatori rispetto ai non utilizzatori era da 1,3 a 2
volte superiore. Dati preliminari indicano anche che il più alto
rischio di ictus è relativo alle prime settimane di trattamento,
e il profilo di rischio emergente contempla l'età avanzata, disturbi
cognitivi e patologie vascolari. Diversi sono i meccanismi pato-fisiologici
che possono essere coinvolti, dalla presenza di fattori di rischio per
eventi trombotici e cardiovascolari alla predisposizione all'ictus conferita
da demenza, schizofrenia e patologie affettive.
Prima della prescrizione di un antipsicotico, i medici dovrebbero soppesare
tutti i fattori di rischio per un dato paziente e considerare non solo
le indicazioni fornite dalle agenzie regolatorie, ma anche l'efficacia
complessiva degli antipsicotici tipici e atipici.
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