RIASSUNTO
L'epilessia è un disturbo neurologico associato a diverse comorbilità,
tra cui la compromissione della salute ossea. Dal momento che la perdita
ossea è molto spesso insidiosa e asintomatica, spesso non viene
riconosciuta né trattata. L'intento di questo articolo è
di rendere i medici consapevoli del problema.
Questo lavoro ha rivisto i dati di studi di base e clinici sulla perdita
ossea associata all'uso di farmaci antiepilettici (AED) negli ultimi 4
decenni.
Ci sono numerose evidenze di anomalie biochimiche che indicano disturbi
del metabolismo osseo, ridotta densità ossea e aumento di 2-6 volte
del rischio di fratture tra i soggetti con epilessia rispetto alla popolazione
generale. Questi eventi hanno probabilmente molteplici cause, sia interne
che esterne, ma l'uso a lungo termine degli AED sembra giocare un ruolo
importante. I farmaci induttori enzimatici, come fenitoina, fenobarbital
e carbamazepina, ma anche inibitori enzimatici, come valproato, sembrano
avere proprietà di riduzione ossea. La minore densità ossea
può essere rilevata durante i primi 5 anni di trattamento. Sebbene
siano state proposte molte teorie, l'esatto meccanismo con cui i farmaci
influenzano l'architettura ossea non è ancora stato interamente
compreso.
Si raccomanda ai medici di promuovere un "comportamento osteo-protettivo"
nei pazienti epilettici, cioè esposizione al sole ed esercizi di
carico, e di evitare fattori di rischio come uso di farmaci con proprietà
di riduzione ossea (oltre agli antiepilettici), fumo ed elevato consumo
di alcolici. Inoltre, se possibile, dovrebbero
essere evitati i farmaci induttori enzimatici.
Lo screening della densità minerale ossea dovrebbe essere effettuato
su base individuale, tenendo conto dei fattori di rischio di perdita ossea.
Tutti i pazienti trattati con AED a lungo termine dovrebbero ricevere
un adeguato apporto di calcio e vitamina D con la dieta, e coloro che
sperimentano la riduzione ossea dovrebbero inoltre essere sottoposti a
uno specifico trattamento antiosteoporosi.
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