Allergici
a dentiere, anche 'artificiali', stent, cerotti che rilasciano farmaci.
E' in aumento il numero di pazienti che non tollerano dispositivi medici
come questi: una persona ogni mille, secondo le stime attuali. E le reazioni
allergiche crescono del 6% l'anno. La pelle si arrossa, compare il prurito,
a volte si fa perfino fatica a respirare, proprio come quando a far star
male è qualcosa che abbiamo toccato o mangiato.
Lo segnalano gli esperti riuniti per la Winter Academy of Dermatology,
a Saint Moritz, dall'8 all'11 aprile 2010.
"I dispositivi che più spesso danno luogo a reazioni allergiche
sono le protesi dentali e quelle ortopediche, ad esempio le sostituzioni
di anca o di ginocchio - spiega Jana Hercogovà, presidente del
congresso e ordinario di Dermatologia all'Università di Praga -
Il motivo quasi sempre è rappresentato dalle componenti metalliche
di questi dispositivi: nichel, titanio, cobalto, cromo, che possono essere
presenti nella protesi e dare luogo a reazioni allergiche, possibili tuttavia
anche nei confronti dei polimeri plastici impiegati in questi strumenti".
In Italia sono ormai 26 milioni le persone che portano una protesi dentale
e oltre un milione i pazienti che hanno ricevuto una protesi ortopedica,
in crescita al ritmo di 180 mila nuove protesi articolari impiantate ogni
anno. "Con un 'bacino' di utenti che man mano si è sempre
più allargato, le allergie ai dispositivi medici si manifestano
oggi con maggiore frequenza", afferma l'esperto. Sono possibili anche
reazioni allergiche ai pacemaker, ai defibrillatori e agli stent intravascolari
impiegati per la terapia di aritmie, coronaropatie e infarto: secondo
un'indagine condotta dalla Northwestern University di Chicago su oltre
5.700 persone che avevano ricevuto uno stent, le reazioni di ipersensibilità
colpiscono un paziente ogni trecento e sono addirittura fatali in un caso
su 1.500. A causarle sono spesso i polimeri che ricoprono lo stent: materiali
di sintesi, per lo più innovativi, di cui di rado si conosce il
profilo allergenico. Altrettanto 'pericolosi', avvertono gli esperti,
i cerotti transdermici, le cannule per ossigenoterapia, i sacchetti per
colostomia: questi dispositivi possono rilasciare infatti sostanze allergizzanti
come idrossipropilcellulosa, acrilati, gomme, limonene e resine epossidiche
che, nei soggetti sensibili, danno luogo a dermatiti da contatto. "E'
importante essere consapevoli della possibilità di allergie a dispositivi
medici", sottolinea Gino Vena, ordinario di Dermatologia all'Università
di Bari. "Sarebbe infatti opportuno, prima di impiantare una protesi
o di utilizzare un dispositivo medico qualsiasi - prosegue - fare un 'patch
test' allergico classico impiegando i materiali che compongono il dispositivo
stesso. Questa precauzione è particolarmente utile in chi ha già
manifestato allergie o dermatiti da contatto. Le reazioni infatti possono
spesso essere gestite con cortisonici o ciclosporina, ma in alcuni casi
è necessaria la rimozione dell'impianto: se si tratta di protesi
articolari o di stent, pacemaker e defibrillatori ciò può
essere assai problematico. Per questo è consigliabile una valutazione
preventiva", conclude Vena.
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