ATORVASTATINA CAUSA INSULINORESISTENZA E AUMENTA LA GLICEMIA IN PAZIENTI IPERCOLESTEROLEMICI



ATORVASTATIN CAUSES INSULIN RESISTANCE AND INCREASES AMBIENT GLYCEMIA IN HYPERCHOLESTEROLEMIC PATIENTS
Koh KK, Quon MJ, Han SH, et al.
J Am Coll Cardiol 2010; 55:1209-16


In questo studio è stato osservato che atorvastatina riduce i livelli di proteina C-reattiva rispetto al basale nei soggetti iperlipidemici. Tuttavia, questi risultati non raggiungevano la significatività statistica nel confronto con placebo.

RIASSUNTO
OBIETTIVI I ricercatori hanno voluto verificare se l'atorvastatina potesse ridurre la sensibilità all'insulina e aumentare la glicemia ambientale in pazienti ipercolesterolemici.
CONTESTO Vari studi clinici suggeriscono che alcuni trattamenti con statine possono aumentare l'incidenza di diabete, nonostante vi sia una riduzione della colesterolemia LDL e un miglioramento della funzione endoteliale.
METODI È stato svolto uno studio randomizzato, in singolo cieco, controllato con placebo e in parallelo, su 44 soggetti che assumevano placebo e 42, 44, 43 e 40 pazienti che prendevano ogni giorno atorvastatina 10, 20, 40 e 80 mg, rispettivamente, per un periodo di 2 mesi di trattamento.
RISULTATI Atorvastatina 10, 20, 40 e 80 mg riduceva in modo significativo il colesterolo LDL (39%, 47%, 52% e 56%, rispettivamente) e i livelli di apolipoproteina B (33%, 37%, 42% e 46%, rispettivamente) dopo due mesi di terapia, nel confronto sia con i valori iniziali (tutti i p<0,001 ai t test appaiati) sia con il placebo (p<0,001 all'analisi della varianza). Atorvastatina 10, 20, 40 e 80 mg determinava un aumento significativo dei livelli di insulina plasmatica a digiuno (variazioni medie 25%, 42%, 31% e 45%, rispettivamente) e dei livelli di emoglobina glicata (2%, 5%, 5% e 5%, rispettivamente) nel confronto sia con i valori iniziali (tutti i p<0,05 ai t test appaiati) sia con il placebo (p=0,009 per l'insulina e p=0,008 per l'emoglobina glicata all'analisi della varianza). Atorvastatina 10, 20, 40 e 80 mg riduceva la sensibilità all'insulina (1%, 3%, 3% e 4%, rispettivamente) nel confronto sia con i valori iniziali (p=0,312, p=0,008, p<0,001 e p=0,008, rispettivamente, ai t test appaiati) sia con il placebo (p=0,033 all'analisi della varianza).
CONCLUSIONI Nonostante si ottengano benefiche riduzioni di colesterolo LDL e apolipoproteina B, il trattamento con atorvastatina ha portato a un aumento significativo di insulina a digiuno e dei livelli di emoglobina glicata compatibili con livelli di insulinoresistenza e aumentata glicemia ambientale in pazienti ipercolesterolemici.