ISOFLAVONI DI SOIA E FUNZIONALITÀ TIROIDEA: TRIAL RANDOMIZZATO E CONTROLLATO CON PLACEBO



GENISTEIN AGLYCONE DOES NOT AFFECT THYROID FUNCTION: RESULTS FROM A THREE-YEAR, RANDOMIZED, DOUBLE-BLIND, PLACEBO-CONTROLLED TRIAL
Bitto A, Polito F, Atteritano M, et al.
J Clin Endocrinol Metab, pubblicato on line il 31 marzo 2010


Supplementazioni dietetiche a base di isoflavoni di soia, durante la post-menopausa, non aumentano il rischio di ipotiroidismo clinico e subclinico.

RIASSUNTO
CONTESTO E OBIETTIVO Genisteina aglicone, il maggior isoflavone presente nella soia (Glycine max L.), influisce positivamente sui sintomi della menopausa. Tuttavia rimane da esaminare la sua sicurezza a lungo termine sulla tiroide.
DISEGNO Lo studio era un trial randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, che ha coinvolto 389 donne osteopeniche, in menopausa per un periodo di 24 mesi. Una sottocoorte (138 pazienti) ha continuato la terapia per un altro anno successivo.
SETTING Ambulatorio.
PAZIENTI E INTERVENTI I partecipanti hanno assunto giornalmente 54 mg di genisteina aglicone (n = 71) o placebo (n = 67), più calcio e vitamina D3 alla dose prescritta. Gli ormoni tiroidei circolanti (TSH, T3 libero, T4 libero) e gli auto-anticorpi (perossidasi
tiroidea, tireoglobulina e antigene microsomiale tiroideo) sono stati valutati in 40 soggetti in terapia con genisteina e in 37 con placebo che hanno concluso il periodo di osservazione di 3 anni. L'espressione del recettore dell'ormone tiroideo (alfa-THR e beta-THR) e del recettore retinoideo (alfa-RAR, gamma-RAR e alfa-RXR) da parte dei monociti del sangue periferico è stata valutata anche al basale, 12, 24, e 36 mesi in tutti quelli che avevano completato l'osservazione di 3 anni.
RISULTATI La somministrazione di genistein oltre 3 anni non modificava gli ormoni tiroidei serici o gli auto-anticorpi. Inoltre non c'erano differenze
tra i gruppi nell'espressione mRNA di alfa-THR, beta-THR, alfa-RAR, gamma-RAR o alfa-RXR.
CONCLUSIONI Questi dati indicano che l'assunzione di genisteina, alla dose di 54 mg, non aumenta significativamente il rischio di ipotiroidismo clinico e subclinico.