EMA
sul banco degli imputati per una serie di decisioni ritenute discutibili
da alcuni esperti. A puntare il dito contro l'Agenzia è una fonte
più che autorevole: la rivista The Lancet, che attraverso
un editoriale chiede all'EMA maggiore trasparenza e mette in discussione
il modo in cui sono state prese alcune decisioni sulla registrazione di
determinati farmaci.
Innanzitutto, l'articolo critica l'ente regolatorio per non aver diffuso
la documentazione riguardante le reazioni avverse legate all'anti-acne
isotretinoina, in seguito alla richiesta di un cittadino irlandese il
cui figlio nel 1997 si era suicidato.
L'EMA si è difesa sostenendo che le regole europee sulla trasparenza
non si applicano ai rapporti sulle reazioni avverse ai farmaci. Ma il
10 maggio l'ente regolatorio europeo ha dovuto pubblicare un documento
in cui il Mediatore europeo Nikiforos Diamandouros le chiede di fare un
passo indietro e riconsiderare la sua decisione. L'agenzia dovrebbe dare
una risposta entro il 31 luglio.
Dal suo lancio, nel 1982, isotretinoina (che l'anno scorso Roche ha ritirato
dal commercio a causa della competizione col generico), ha avuto una storia
controversa. Infatti, il farmaco antiacne è teratogeno e la sua
assunzione in gravidanza, anche se limitata a pochi giorni, può
portare ad anomalie fetali; inoltre, è stato accusato di provocare
gravi effetti psichiatrici.
Lancet solleva perplessità anche riguardo all'ampliamento delle
indicazioni concesso di recente dall'EMA
a rosuvastatina, sulla base di risultati dello studio Jupiter. In una
lettera pubblicata sullo stesso numero della rivista, Paul Ridker e Robert
Glynn, del Brigham and Women's Hospital di Boston, specificano che la
statina ha avuto il via libera anche per la prevenzione degli eventi cardiovascolari
maggiori in pazienti ad alto rischio di un primo evento cardiovascolare.
Ma sono gli stessi Ridker e Glynn, autori principali dello studio Jupiter,
a precisare che l'ok alla nuova indicazione si è basato non sull'endpoint
primario dello studio (cioè l'incidenza di eventi cardiovascolari),
ma su un'analisi post-hoc su un sottogruppo di pazienti. Ed è noto
che questo tipo di analisi fornisce una prova più debole dell'efficacia
di un farmaco.
Dato il suo ruolo cruciale nell'approvazione e nella supervisione dei
farmaci destinati al mercato europeo, l'EMA - conclude l'editoriale -
dovrebbe fornire il più ampio accesso possibile al pubblico dei
report richiesti in qualunque forma e perseguire un politica proattiva
di informazione ai cittadini. Nel contempo, The Lancet invoca una
collaborazione fattiva in questo senso da parte delle due agenzie regolatorie
europea ed americana.
Del resto, l'attacco odierno all'EMA
ricorda da vicino situazioni analoghe ci cui è sta protagonista
negli ultimi anni l'FDA, criticata aspramente per aver autorizzato farmaci
come l'antinfiammatorio rofecoxib, ora ritirato dal mercato, e l'antidiabetico
rosiglitazone. Da allora, l'agenzia americana ha istituito una task force
interna per la trasparenza, ma la pressione dell'opinione pubblica per
avere più informazioni resta alta. I cittadini europei -suggerisce
The Lancet tra le righe - dovrebbero prendere esempio.
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