FIBRILLAZIONE ATRIALE E MORTALITÀ DA ANTIARITMICI IN PAZIENTI POST-INFARTUATI



ATRIAL FIBRILLATION MANAGEMENT STRATEGIES AND EARLY MORTALITY AFTER MYOCARDIAL INFARCTION: RESULTS FROM THE VALSARTAN IN ACUTE MYOCARDIAL INFARCTION (VALIANT) TRIAL
Nilsson KR Jr, Al-Khatib SM, Zhou Y, et al.
Heart 2010; 96:838-42


Questi dati costituiscono una nuova conferma, questa volta proveniente dallo studio Valiant, sul fatto che esiste una popolazione di pazienti con fibrillazione atriale in cui l'uso di farmaci antiaritmici può aumentare il rischio di morte.

RIASSUNTO
OBIETTIVO Rimane dubbia la gestione dei pazienti con fibrillazione atriale (FA) successiva a infarto miocardico (IM). Questo studio ha messo a confronto una strategia di controllo della frequenza con una strategia di controllo del ritmo basata sui farmaci antiaritmici per il trattamento di FA a seguito di infarto miocardio.
DISEGNO, SETTING E PARTECIPANTI Sono stati analizzati 1131 pazienti con FA dopo IM che sono stati arruolati nel Valsartan in Acute Myocardial Infarction Trial (VALIANT). Essi sono stati classificati in: pazienti trattati con una strategia di controllo del ritmo (n=371) e trattati con una strategia di controllo della frequenza cardiaca (n=760).
END POINT PRIMARI Attraverso l'utilizzo di modelli di Cox,
i due gruppi sono stati messi a confronto in relazione a decesso e ictus durante due differenti e predeterminati periodi di tempo dopo la randomizzazione in cui era stata effettuata la raccolta dati: 0-45 giorni e 45-1096 giorni.
RISULTATI Dopo aggiustamento, una strategia di controllo del ritmo è stata associata a un aumento della mortalità precoce (0-45 giorni: HR 1,9; IC 95% 1,2-3,0; p=0,004), ma non della mortalità tardiva (45-1096 giorni: HR 1,1; IC 95% 0,9-1,4; p=0,45). Non è stata osservata alcuna differenza nell'incidenza di ictus (0-45 giorni: HR 1,2; IC 95% 0,4-3,7; p=0,73; 45-1096 giorni: HR 0,6; IC 95% 0,3-1,3; p=0,21).
CONCLUSIONI Nei pazienti con FA successiva a IM, una strategia di controllo del ritmo basata sui farmaci antiaritmici è associata a un eccesso di mortalità a 45 giorni di osservazione a confronto con una strategia di controllo della frequenza, ma non è associata all'aumento di mortalità al di fuori dell'immediato periodo peri-infartuale. Questi risultati identificano potenzialmente una popolazione di pazienti nella quale l'uso di una terapia antiaritmica può prevedere un aumento del rischio di morte.