USO DI INIBITORI DI POMPA E RISCHIO DI FRATTURE



USE OF PROTON PUMP INHIBITORS AND RISK OF HIP/FEMUR FRACTURE: A POPULATION-BASED CASE-CONTROL STUDY
Pouwels S, Lalmohamed A, Souverein P, et al.
Osteoporos Int 2010, pubblicato on line il 29 giugno 2010


E' stato osservato che l'uso corrente degli inibitori di pompa protonica è associato a un aumento del 20% del rischio di frattura di anca/femore. Dosaggi giornalieri elevati (>1,75 DDD), genere maschile e uso di corticosteroidi orale comportano un ulteriore incremento del rischio.

RIASSUNTO
CONTESTO Studi precedenti hanno valutato l'associazione tra l'uso degli inibitori di pompa protonica (PPI) e il conseguente rischio di fratture, ma hanno mostrato risultati controversi. Nell'ottica di valutare ulteriormente questi dati contrastanti, l'obiettivo di questo lavoro è stato di studiare l'associazione tra utilizzo di PPI e rischio di fratture ad anca/femore nella popolazione olandese non utilizzata negli studi precedenti.
METODI È stato condotto uno studio caso-controllo usando i dati forniti dal PHARMO record linkage system olandese. La popolazione in studio includeva 6763 casi di età >=18 anni con una prima frattura ad anca/femore durante l'arruolamento e 26.341 controlli, appaiati per età, genere e regione.
RISULTATI Gli utilizzatori correnti di PPI avevano un maggior rischio di fratture ad anca/femore, con un odds ratio aggiustato (AOR) di 1,20 (IC 95% 1,04-1,40). Il rischio di fratture diminuiva con l'aumentare della durata di utilizzo di tali farmaci, con un AOR di 1,26 (IC 95% 0,94-1,68) nei primi tre mesi, 1,31 (0,97-1,75) tra 3 e 12 mesi, 1,18 (0,92-1,52) tra 13 e 36 mesi e 1,09 (0,81-1,47) per più di 36 mesi.
CONCLUSIONI I risultati mostrano come probabilmente non ci sia nesso di causalità tra uso di PPI e rischio di fratture. L'associazione osservata in precedenza può essere il risultato di distorsioni non misurate: sebbene l'uso corrente di PPI fosse correlato a un aumento di 1,2 volte del rischio di fratture ad anca/femore, l'associazione positiva diminuiva all'aumentare della durata del periodo di assunzione di tali farmaci. Questi risultati non supportano il fatto che l'interruzione di PPI diminuisca il rischio di frattura dell'anca nei pazienti anziani.