TOSSICITÀ CARDIOVASCOLARE DEI FARMACI ANTIMUSCARINICI PER VIA INALATORIA



INHALED ANTIMUSCARINIC DRUGS: CARDIOVASCULAR TOXICITY
Prescrire Int 2010; 19:122-3


L'uso di un farmaco antimuscarinico assunto per via inalatoria dovrebbe essere discusso caso per caso.

RIASSUNTO
Per via inalatoria i farmaci antimuscarinici hanno modesta efficacia sintomatica in pazienti con malattia polmonare ostruttiva (BPCO). Essi hanno anche molti effetti avversi atropinici, tra cui midriasi, disturbi della vista, secchezza delle fauci, stipsi, difficoltà di minzione e tachicardia. Nel marzo 2008, la Food and Drug Administration statunitense ha riportato un aumento della frequenza di ictus nei pazienti con BPCO che ricevevano tiotropio negli studi clinici.
Una meta-analisi condotta su 17 trial in doppio-cieco randomizzato in 13.645 pazienti con BPCO ha mostrato un aumento statisticamente significativo nel rischio di infarto miocardico, ictus e morte cardiovascolare associato a farmaci
antimuscarinici (ipratropio o tiotropio) assunti per via inalatoria. Uno studio clinico pubblicato dopo questa metaanalisi, lo studio UPLIFT, che ha arruolato 5.993 pazienti con BPCO seguiti per 4 anni, non ha mostrato alcuna differenza statisticamente significativa nella frequenza di morte cardiovascolare, infarto miocardico o ictus tra il gruppo in tiotropio per via inalatoria e il placebo. Tuttavia, questi risultati non sono sufficienti a dissipare i forti sospetti di un aumentato rischio di effetti avversi cardiovascolari del farmaco.
Nella pratica clinica, l'uso di un farmaco antimuscarinico assunto per via inalatoria dovrebbe essere discusso caso per caso, considerando i pochi e modesti benefici rispetto al rischio preoccupante di eventi cardiovascolari.