RIASSUNTO
OBIETTIVO Sebbene
ampiamente utilizzate nella popolazione generale,
le pillole per dormire e i tranquillanti minori, conosciuti anche come
agenti ansiolitici, sono stati associati a esiti indesiderabili. Le segnalazioni
riguardanti l'associazione tra questi farmaci e un elevato tasso di mortalità
sono inconsistenti e controverse. Questo studio è stato progettato
per valutare il rischio di mortalità associato all'utilizzo di
farmaci ansiolitici e ipnotici nella
National Population Health Survey
canadese. E' stato ipotizzato che l'uso di farmaci ansiolitici e ipnotici
sia associato a un elevato rischio di mortalità.
METODI Un campione con base di popolazione di 14.117 persone con
età compresa tra i 18 e i 102 anni ha partecipato a un'indagine
longitudinale, con dati raccolti ogni secondo anno dal 1994 al 2007. Gli
end point primari in questo studio erano l'uso auto-riportato di ansiolitici
e ipnotici e la morte.
RISULTATI Tra gli intervistati che riportavano l'uso di ansiolitici
o ipnotici nel mese precedente, gli odds di mortalità erano
3,22 volte più alti (IC al 95% 2,70-3,84) rispetto ai non-utilizzatori.
A seguito di aggiustamenti per fattori confondenti socio-demografici,
relativi allo stile di vita e fattori di salute (inclusa la depressione),
l'odds ratio era ridotto a 1,36 (1,09-1,70), ma rimaneva significativo.
CONCLUSIONI L'uso di farmaci sedativi è associato con un
piccolo ma significativo incremento del rischio di mortalità. Ulteriori
ricerche sono necessarie per confermare il meccanismo attraverso il quale
l'uso di questi farmaci incrementa il rischio di mortalità. Dove
possibile, i medici devono considerare sistematicamente la possibilità
di trattamenti non farmacologici per i disturbi di sonno e di ansia.
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