DIETARY
STRATEGIES FOR IMPROVING POST-PRANDIAL GLUCOSE, LIPIDS, INFLAMMATION,
AND CARDIOVASCULAR HEALTH
O'Keefe JH, Gheewala NM, O'Keefe JO
J Am Coll Cardiol 2008; 51: 249-55
La dieta moderna a base di alimenti molto raffinati, ad alto contenuto
calorico e poveri di nutrienti, specialmente se combinata con uno stile
di vita sedentario e con l'obesità addominale, provoca un aumento
esagerato nei livelli post-prandiali di glucosio e lipidi che scatena
processi di infiammazione e aterosclerosi, mentre una dieta ricca in alimenti
poco raffinati, di origine vegetale e ad alto contenuto di fibre porta
ad una netta riduzione della glicemia e della trigliceridemia post-prandiale.
RIASSUNTO
Gli alimenti molto raffinati, ad alto contenuto calorico e poveri di nutrienti
portano spesso a picchi post-prandiali sovrafisiologici di glucosio e
lipidi plasmatici. Questo stato, chiamato "dismetabolismo post-prandiale",
induce un immediato stress ossidativo che cresce proporzionalmente con
l'innalzamento della glicemia e della trigliceridemia dopo un pasto. L'aumento
temporaneo dei radicali liberi innesca processi aterogenici che includono
infiammazione, disfunzione endoteliale, ipercoagulabilità e iperattività
simpatica. Il dismetabolismo post-prandiale è un predittore indipendente
di futuri eventi cardiovascolari anche nei soggetti non diabetici.
Il miglioramento delle abitudini dietetiche comporta profonde e immediate
modificazioni favorevoli; in particolare, una dieta ricca in alimenti
poco raffinati, di origine vegetale e ad alto contenuto di fibre come
frutta e verdura, cereali integrali e legumi potrebbe ridurre drasticamente
l'innalzamento post-prandiale di glicemia e trigliceridemia e limitare
i processi infiammatori. Inoltre, proteine magre, aceto, olio di pesce,
tè, cannella, riduzione calorica, perdita di peso, esercizio fisico
ed assunzione di dosi basso-moderate di alcool hanno un impatto positivo
sul dismetabolismo post-prandiale: studi sperimentali ed epidemiologici
indicano che i regimi alimentari basati sui cibi elencati riducono l'infiammazione
e il rischio cardiovascolare. Questa dieta anti-infiammatoria dovrebbe
essere considerata nella prevenzione primaria e secondaria delle patologie
coronariche e del diabete.
Scopo di questa review è indagare la correlazione tra alcuni schemi
dietetici e glicemia e trigliceridemia post-prandiale, infiammazione,
funzione endoteliale ed outcome cardiovascolari.
IPERGLICEMIA E IPERLIPEMIA POST-PRANDIALE
Esiste una relazione lineare tra i livelli di glucosio e il rischio di
morte CV o morte per tutte le cause. A 80 mg/dL di glicemia post-prandiale
o post-carico il rischio inizia ad aumentare; a 140 mg/dL, valore tradizionalmente
usato per classificare i pazienti come intolleranti (pre-diabetici), è
già aumentato del 58%. Pazienti con normale tolleranza al glucosio
e con livelli di glicemia post-prandiale <87 mg/dL hanno una regressione
dell'aterosclerosi coronarica.
Glucosio
post-carico e progressione dell'aterosclerosi coronarica
Generalmente
i livelli di trigliceridi vengono misurati a digiuno; tuttavia, due recenti
studi di coorte su un'ampia popolazione hanno mostrato che la trigliceridemia
post-prandiale è associata all'aumento del rischio di eventi CV,
mentre i livelli di trigliceridi a digiuno non lo sono. La trigliceridemia
post-prandiale è anche direttamente correlata alla progressione
dell'aterosclerosi coronarica e carotidea. Analisi da trial mostrano che
la riduzione di alti livelli di trigliceridi del 20-40% abbassa i tassi
di arteropatia coronarica del 30-40%.
CONSUMO DI CARBOIDRATI
La quantità e la qualità dei carboidrati consumati a pasto
è uno dei principali determinanti dell'escursione glicemica post-prandiale;
molti studi hanno mostrato che le diete ricche in alimenti ad alto indice
glicemico e poveri di fibre aumentano in modo indipendente il rischio
di CVD e di diabete. Cibi come frutta, verdura, noci, semi e cereali innalzano
il glucosio post-prandiale in minor misura rispetto ad alimenti molto
lavorati. I cibi ideali per il miglioramento del dismetabolismo post-prandiale
includono verdure a foglia verde, come broccoli o spinaci, o frutti come
pompelmi o ciliegie, che non solo inducono un innalzamento limitato della
glicemia, ma hanno anche proprietà antiossidanti che contrastano
i processi ossidativi dannosi. Le sostanze antiossidanti, contenute ad
esempio nei cibi vegetali fortemente pigmentati (frutti in bacche, vino
rosso, cioccolato fondente, tè, melagrano) aiutano a proteggere
l'endotelio vascolare dallo stress ossidativo e dai processi infiammatori
indipendentemente dal loro effetto su glicemia e trigliceridemia post-prandiale.
La cannella è una spezia ricca di sostanze antiossidanti che, aggiunta
ad un pasto ad alto indice glicemico, riduce significativamente l'escursione
glicemica post-prandiale, in parte rallentando lo svuotamento gastrico.
Il consumo abituale di una dieta ricca in carboidrati complessi porta
ad un eccesso di grasso viscerale, che esacerba sia l'insulino-resistenza
che l'infiammazione e predispone a diabete, ipertensione e malattie CV.
Anche i quantitativi di carboidrati consumati sono importanti: piccole
quantità di alimenti ad alto indice glicemico hanno un effetto
proporzionalmente meno rilevante rispetto ad alte dosi degli stessi alimenti;
d'altra parte, anche cibi a basso indice glicemico, se consumati in grandi
quantità, producono picchi nella glicemia post-prandiale.
NOCI, OLIO DI OLIVA E OLIO DI PESCE
Le noci (anacardi, arachidi, mandorle, noci, noci brasiliane, ecc.), consumate
con il pasto, riducono significativamente l'escursione glicemica post-prandiale
attraverso un rallentamento della digestione; inoltre limitano il danno
ossidativo indotto dal pasto. In uno studio recente, 3 mesi di dieta mediterranea
arricchita con noci o olio di oliva portavano ad una riduzione significativa
della pressione arteriosa, della glicemia a digiuno e dei marker di infiammazione
rispetto ad una dieta a basso contenuto di grassi. Studi epidemiologici
indicano che il consumo di noci 5 volte a settimana riduce il rischio
di coronaropatia e diabete del 20% e del 50%, rispettivamente.
Effetto
delle mandorle sulla glicemia post-prandiale
L'olio
di pesce (acidi grassi omega-3) abbassa la trigliceridemia post-prandiale
del 16-40% in modo dose-dipendente, in parte up-regolando l'attività
della lipasi lipoproteica e accelerando la clearance dei chilomicroni.
Questo dato conferma quelli già noti sulle proprietà anti-infiammatorie
e cardioprotettive degli omega-3.
ACETO
Recenti studi indicano che 1-2 cucchiai di aceto riducono la glicemia
post-prandiale del 25-30%, probabilmente perchè l'acido acetico
rallenta lo svuotamento gastrico e così ritarda l'assorbimento
dei carboidrati e suscita il senso di sazietà.
Effetto
dell'aceto sulla glicemia post-prandiale
PROTEINE
AD ALTO VALORE BIOLOGICO
Le proteine magre ad alto valore biologico, come quelle contenute nell'albume,
nel pesce, nella carne di selvaggina (o in altre carni rosse molto magre),
nel petto di pollo e nel latte, possono ridurre la glicemia post-prandiale
e aumentare la risposta all'insulina. Inoltre hanno un effetto termogenico
grazie al quale aumentano il tasso metabolico al basale e prevengono l'obesità.
Effetto
delle proteine seriche sulla glicemia post-prandiale
RIDUZIONE
CALORICA E PERDITA DI PESO
Il grado di dismetabolismo post-prandiale è strettamente correlato
all'apporto calorico e al peso corporeo. Una riduzione calorica del 30%
è ottenibile con una dieta a basso contenuto di cibi complessi
e ad alto contenuto di frutta, verdura, noci, latticini, albumi, proteine
della soia, cereali integrali e carne magra. Questa dieta è associata
ad un miglioramento in relazione a stress ossidativo, infiammazione, glucosio,
sensibilità all'insulina, pressione arteriosa, lipidi e funzione
cardiaca. Il calo ponderale del 5-10%, soprattutto se accompagnato dalla
perdita di adiposità addominale, abbassa il livello di glucosio
post-prandiale e il rischio di diabete.
CONSUMO DI ALCOL
Il consumo moderato di alcol (0,5-1 bicchiere al giorno per le donne e
1-2 bicchieri per gli uomini) è associato a benefici cardioprotettivi.
Sebbene l'alcol aumenti le HDL in modo dose-dipendente, l'effetto sull'omeostasi
del glucosio non è lineare: vi sono benefici a dosi basse ed effetti
negativi a dosi alte. Dati recenti mostrano che 1-2 bicchieri in concomitanza
al pasto riducono significativamente il glucosio post-prandiale e i livelli
di insulina.
Effetto
dell'alcool sulla glicemia post-prandiale
ESERCIZIO
FISICO
Una vita sedentaria aggrava l'insulino-resistenza e accresce notevolmente
la variazione post-prandiale dei livelli di glucosio e trigliceridi. Per
contro, l'esercizio fisico migliora la sensibilità all'insulina
soprattutto a livello dei muscoli scheletrici e riduce glicemia e trigliceridemia
in modo dose-dipendente. 90 minuti di esercizio fisico di intensità
moderata, 2 ore prima o dopo un pasto, riducono del 50% l'escursione glicemica
e trigliceridemica post-prandiale. L'effetto benefico dell'attività
fisica sul quadro infiammatorio è svolto anche attraverso la riduzione
del grasso addominale.
Effetto
dell'attività fisica sulla glicemia post-prandiale
RACCOMANDAZIONI
1)
Scegliere carboidrati ad alto contenuto di fibre e a basso indice
glicemico come cereali integrali, legumi, frutta e verdura.
2) Mangiare proteine del latte a tutti e tre i pasti.
3) Consumare noci giornalmente, insieme a verdura, frutti in
bacche o altra frutta, e cereali.
4) Mangiare insalata condita con aceto e olio di oliva ogni
giorno.
5) Evitare cibi e bevande troppo complessi, specialmente quelli
contenenti zucchero, sciroppo ad alto contenuto di fruttosio, farina
bianca o acidi grassi trans.
6) Assumere porzioni moderate.
7) Evitare di diventare sovrappeso o obeso.
8) Fare almeno 30 minuti di attività fisica giornaliera
di moderata intensità.
9) Cercare di consumare un bicchiere di vino al giorno, prima
o durante il pasto serale. |
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