RIASSUNTO
L'ipertensione rimane la malattia cronica più diffusa nel mondo
e il trattamento appropriato di questa patologia porta a riduzioni prevedibili
nella morbilità e nella mortalità cardiovascolari. Tuttavia,
la maggior parte dei soggetti ipertesi non raggiungono i target di pressione
arteriosa nonostante la disponibilità di molteplici agenti antipertensivi
con differenti meccanismi d'azione farmacologica e con pochi effetti collaterali.
Sono state analizzate le ragioni dei bassi tassi di controllo dell'ipertensione,
compreso i fattori che riguardano l'aderenza dei pazienti alla terapia,
il numero di agenti necessari per raggiungere il target di pressione arteriosa,
la scelta della terapia basata sulla patofisiologia e la diagnosi di ipertensione
resistente.
All'interno di questo sistema è stato discusso il possibile impatto
di una singola pillola, contenente una terapia tripla con un antagonista
del sistema renina-angiotensina, un bloccante del canale del calcio e
un diuretico.
E' stata posta l'attenzione sulle possibili implicazioni diagnostiche
differenziali in termini di refrattarietà al trattamento e sulle
implicazioni terapeutiche in termini controllo ottimale della pressione
arteriosa.
In conclusione, una singola pillola che contiene tre trattamenti antipertensivi
diversi può migliorare il controllo dell'ipertensione grazie ad
una maggiore aderenza, ad un raggiungimento rapido dei target di pressione
e alla riduzione dell'inerzia del medico nel prescrivere un trattamento
antipertensivo adeguato. Questa combinazione può inoltre indurre
a un miglioramento nella diagnosi di ipertensione resistente nella pratica
generale, evitando successivi ed inutili consulti degli specialisti dell'ipertensione.
Alla fine di aprile 2009 l'FDA ha approvato un nuovo farmaco (Exforge
HCT di Novartis) che contiene, in un'unica pillola, idroclorotiazide (diuretico),
valsartan (bloccante dei recettori dell'angiotensina, ARB) e amlopidina
(bloccante dei canali del calcio, CCB). L'indicazione non è per
la terapia antipertensiva di prima linea, ma nei pazienti ipertesi che
non ottengono un adeguato controllo pressorio con due farmaci in combinazione
(CCB, ARB e diuretici).
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