LO STUDIO REVERSAL SUGGERISCE UN TRATTAMENTO IPOLIPEMIZZANTE INTENSIVO

Fonte: inCirculation.net

Al congresso di novembre 2003 dell'American Heart Association sono stati presentati i risultati dello studio REVERSAL (Reversing Atherosclerosis with Aggressive Lipid Lowering), che supportano ulteriormente l'uso di una terapia ipolipemizzante intensiva nella prevenzione delle malattie cardiovascolari.
Precedentemente altri trial avevano dimostrato come le statine fossero in grado di ridurre, ma non prevenire, la progressione dell'aterosclerosi coronarica.
Da questo trial emerge che il trattamento con alte dosi di atorvastatina può contrastare completamente la progressione dell'aterosclerosi.
REVERSAL era stato disegnato per confrontare gli effetti di un trattamento intensivo con atorvastatina con un trattamento più moderato con pravastatina.
Il trial ha incluso 654 pazienti in 34 centri, con malattia coronarica (CAD) sintomatica, stenosi >20% rilevata all'angiografia coronarica e livelli di colesterolo LDL di 125-210 mg/dL dopo 8 settimane di wash-out.
I pazienti sono stati randomizzati al trattamento con 80 mg/die di atorvastatina o con 40 mg/die di pravastatina per 18 mesi (502 hanno completato lo studio). Alla randomizzazione i due gruppi erano ben bilanciati, con un'età media di 56 anni, colesterolo LDL 150 mg/dL, trigliceridi 197 mg/dL e proteina C-reattiva (PCR) circa 3,0.
La progressione aterosclerotica è stata determinata confrontando le misurazioni effettuate con l'ultrasound intravasale (IVUS) al basale con quelle rilevate alla fine dello studio.
Dopo 18 mesi di terapia i livelli di colesterolo LDL erano significativamente più bassi nel gruppo in atorvastatina (79 mg/dL vs 110 mg/dL). I livelli di colesterolo HDL erano invece leggermente più alti in seguito a pravastatina.
L'end point primario, relativo alle modificazioni percentuali del volume dell'ateroma all'IVUS, ha mostrato che l'aterosclerosi è progredita nel gruppo con pravastatina (+2,7%, p=0,001 rispetto al basale), mentre è rimasto invariato nel gruppo con atorvastatina (-0,4%, p=0,98 rispetto al basale). Atorvastatina ha inoltre prevenuto la progressione dell'aterosclerosi in 22 sottogruppi predefiniti.
Complessivamente, il trattamento intensivo con atorvastatina ha prodotto una velocità minore di progressione rispetto alla terapia moderata con pravastatina (p=0,02). L'analisi post-hoc ha mostrato che anche nei 167 pazienti in pravastatina che hanno raggiunto il target terapeutico fissato dalle linee guida ATP-III e che avevano livelli medi di colesterolo LDL di 88 mg/dL, c'era ancora una progressione aterosclerotica significativa.
E' interessante notare che è stata rilevata una ampia differenza negli effetti antinfiammatori dei due regimi di trattamento, con una diminuzione della PCR del 5,2% con pravastatina e del 36,4% con atorvastatina (p<0,0001). Secondo i ricercatori, malgrado questa evidenza, la riduzione del colesterolo LDL rimane l'elemento vitale del problema.
Entrambi i farmaci sono stati ben tollerati e non si sono osservate miopatie.
Sarà interessante verificare se i risultati di questo studio verranno confermati dal trial ASTEROID ancora in corso, che esamina l'efficacia di rosuvastatina sempre sulla progressione dell'aterosclerosi
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