EFFICACIA DEI BETA-BLOCCANTI COME TERAPIA DI SECONDA LINEA DELL'IPERTENSIONE



BLOOD PRESSURE LOWERING EFFICACY OF BETA BLOCKERS AS SECOND-LINE THERAPY FOR PRIMARY HYPERTENSION
Chen JM, Heran BS, Perez MI, et al.
Cochrane Database Syst Rev 2010; 1:CD007185


Una nuova review sull'uso dei beta-bloccanti, come terapia di seconda linea per l'ipertensione, ha mostrato che il pattern di riduzione pressoria di questa classe di farmaci è diverso da quello dei diuretici tiazidici.

RIASSUNTO
CONTESTO I beta-bloccanti sono tra le più comuni classi di farmaci antipertensivi, sia di prima che di seconda linea.
OBIETTIVI Quantificare l'effetto del trattamento con beta-bloccanti su pressione arteriosa sistolica (PAS), e diastolica (PAD), frequenza cardiaca e interruzione della terapia per effetti avversi, quando questa classe è somministrata come terapia di seconda linea a pazienti adulti con ipertensione primaria.
RICERCA E' stata effettuata una ricerca su CENTRAL (The Cochrane Library 2009, Issue 2), MEDLINE (1966-Aug 2009), EMBASE (1988-Aug 2009) e citazioni bibliografiche degli articoli e review.
CRITERI DI SELEZIONE Sono stati inclusi trial in doppio cieco, randomizzati, che confrontassero un beta-bloccante combinato a un secondo farmaco appartenente a un'altra classe di antipertensivi con il solo beta-bloccante, per una durata di 3-12 settimane in pazienti con ipertensione primaria.
RACCOLTA DEI DATI E ANALISI Due reviewer hanno estratto i dati in modo indipendente e hanno valutato la qualità di ciascun trial incluso.
RISULTATI PRINCIPALI 20 RCT in doppio cieco avevano valutato l'efficacia in termini di riduzione pressoria dei beta-bloccanti come terapia di seconda linea in 3744 pazienti ipertesi (PA al basale 158/102 mmHg; durata media di 7 settimane). La riduzione della PA con l'aggiunta di un beta-bloccante come secondo farmaco è stata stimata confrontando la differenza nella riduzione pressoria tra i gruppi in combinazione e in monoterapia. Una riduzione della PA era osservato con l'aggiunta di un beta-bloccante a diuretici tiazidici o bloccanti dei canali del calcio a dossi basse quanto un quarto delle dosi di partenza raccomandate dal produttore. L'efficacia nella riduzione pressoria del beta-bloccante come secondo farmaco era di 6/4 mmHg alla dose di partenza e 8/6 mmHg al doppio della dose di partenza. I beta-bloccanti riducevano la frequenza cardiaca di 10 battiti/min a 1-2 volte la dose di partenza. I beta-bloccanti non aumentavano in misura statisticamente significativo le interruzioni terapeutiche per effetti avversi, ma ciò era probabilmente dovuto all'assenza di segnalazione di questo esito nel 35% degli RCT inclusi.
CONCLUSIONI DEGLI AUTORI L'aggiunta dei beta-bloccanti ai diuretici o ai bloccanti dei canali del calcio riduce la PAS di 6/4 mmHg alla dose di partenza e di 8/6 mmHg al doppio della dose di partenza. Quando l'efficacia nella riduzione pressoria dei beta-bloccanti in questa review è stata confrontata con quella dei diuretici tiazidici da altre review (Chen 2009), i beta-bloccanti in seconda linea riducono la PAS della stessa entità dei diuretici tiazidici di seconda linea, ma riducono la PAD in misura maggiore. L'effetto differente sulla pressione diastolica significa che i beta-bloccanti hanno un effetto piccolo o nullo sulla pressione differenziale mentre i tiazidici causano una significativa riduzione dose-correlata di questo parametro. La differenza nel pattern di riduzione pressoria con i beta-bloccanti rispetto ai tiazidici potrebbe spiegare il fatto che i beta-bloccanti sembrano essere meno efficaci nel ridurre gli esiti avversi cardiovascolari rispetto ai diuretici tiazidici, soprattutto nei soggetti anziani.