RIASSUNTO
CONTESTO I beta-bloccanti sono tra le più comuni classi
di farmaci antipertensivi, sia di prima che di seconda linea.
OBIETTIVI Quantificare l'effetto del trattamento con beta-bloccanti
su pressione arteriosa sistolica (PAS), e diastolica (PAD), frequenza
cardiaca e interruzione della terapia per effetti avversi, quando questa
classe è somministrata come terapia di seconda linea a pazienti
adulti con ipertensione primaria.
RICERCA E' stata effettuata una ricerca su CENTRAL (The Cochrane
Library 2009, Issue 2), MEDLINE (1966-Aug 2009), EMBASE (1988-Aug 2009)
e citazioni bibliografiche degli articoli e review.
CRITERI DI SELEZIONE Sono stati inclusi trial in doppio cieco,
randomizzati, che confrontassero un beta-bloccante combinato a un secondo
farmaco appartenente a un'altra classe di antipertensivi con il solo beta-bloccante,
per una durata di 3-12 settimane in pazienti con ipertensione primaria.
RACCOLTA DEI DATI E ANALISI Due reviewer hanno estratto i dati
in modo indipendente e hanno valutato la qualità di ciascun trial
incluso.
RISULTATI PRINCIPALI 20 RCT in doppio cieco avevano valutato l'efficacia
in termini di riduzione pressoria dei beta-bloccanti come terapia di seconda
linea in 3744 pazienti ipertesi (PA al basale 158/102 mmHg; durata media
di 7 settimane). La riduzione della PA con l'aggiunta di un beta-bloccante
come secondo farmaco è stata stimata confrontando la differenza
nella riduzione pressoria tra i gruppi in combinazione e in monoterapia.
Una riduzione della PA era osservato con l'aggiunta di un beta-bloccante
a diuretici tiazidici o bloccanti dei canali del calcio a dossi basse
quanto un quarto delle dosi di partenza raccomandate dal produttore. L'efficacia
nella riduzione pressoria del beta-bloccante come secondo farmaco era
di 6/4 mmHg alla dose di partenza e 8/6 mmHg al doppio della dose di partenza.
I beta-bloccanti riducevano la frequenza cardiaca di 10 battiti/min a
1-2 volte la dose di partenza. I beta-bloccanti non aumentavano in misura
statisticamente significativo le interruzioni terapeutiche per effetti
avversi, ma ciò era probabilmente dovuto all'assenza di segnalazione
di questo esito nel 35% degli RCT inclusi.
CONCLUSIONI DEGLI AUTORI L'aggiunta dei beta-bloccanti ai diuretici
o ai bloccanti dei canali del calcio riduce la PAS di 6/4 mmHg alla dose
di partenza e di 8/6 mmHg al doppio della dose di partenza. Quando l'efficacia
nella riduzione pressoria dei beta-bloccanti in questa review è
stata confrontata con quella dei diuretici tiazidici da altre review (Chen
2009), i beta-bloccanti in seconda linea riducono la PAS della stessa
entità dei diuretici tiazidici di seconda linea, ma riducono la
PAD in misura maggiore. L'effetto differente sulla pressione diastolica
significa che i beta-bloccanti hanno un effetto piccolo o nullo sulla
pressione differenziale mentre i tiazidici causano una significativa riduzione
dose-correlata di questo parametro. La differenza nel pattern di riduzione
pressoria con i beta-bloccanti rispetto ai tiazidici potrebbe spiegare
il fatto che i beta-bloccanti sembrano essere meno efficaci nel ridurre
gli esiti avversi cardiovascolari rispetto ai diuretici tiazidici, soprattutto
nei soggetti anziani.
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